“Domenica ci sono le elezioni regionali.”
“Tu voti?”
“Perché no?”
“Sai, viviamo un’epoca di antipolitica….troppe delusioni….sembra che la cabina elettorale sia inutile esercizio.”
“Io rispetto le regole dello stato…..la politica, i governi, i partiti, sono altro.”
“Ma un minimo di protesta dobbiamo farla sentire…..un malcontento.”
“Ma a chi vuoi farlo sentire? Non ci sono più assembramenti di potere che ne prendono atto. Ora è tutto caduco, fragile, mutevole. Manca l’interlocutore della protesta.”
“Manca un apparato!”
“Manca un apparato. L’Italia è un magma in movimento. E il Sud, in questo situazione, è quella parte della nazione ancora controllabile con vecchi sistemi.”
“I vecchi sistemi.”
“Si, il clientelismo, la minaccia, la promessa irrealizzabile, il ricatto. Anche se sono micro-sistemi da ras locali, noi al Sud siamo esposti ancora a tutto. Perché portiamo dentro un concetto patologico del potere, che dal basso va verso l’alto e dall’alto va verso il basso.”
“Ed i giovani?”
“I giovani hanno nuovi concetti. I nati dal 1985 in poi, non portano le piaghe del partitismo, del clientelismo assurto a sistema, del tradizionalismo prosperato nella lotta tra blocco Occidentale e blocco sovietico. Ma noto parallelamente una buona dose di indifferenza. Nelle aree non metropolitane la politica non prospera tra i giovani.”
“Perché questa indifferenza?”
“Per via della lontananza del concetto.”
“Al Sud come al Nord?”
“In ciò siamo eguali. I giovani italiani passano da un’attenzione esasperata ad un indifferenza totale. Dipende tutto dalla vicinanza alle università, che sono luoghi dove la polemica, la spinta a cambiare, la preoccupazione per il futuro sono un grosso propellente di aggregazione, che poi si espande ad altre aree.”
“Mha! Domenica andrò a votare!”
“Tanto se non vai saranno gli altri a decidere per te!”
“Ma poi….mi hai convinto…..la protesta non ha interlocutori che possano ascoltarla….che protestiamo a fare?”
“Io non ho un candidato che mi soddisfa….allora uso la tecnica del minor danno. Voto chi può avvicinarsi maggiormente a ciò che voglio.”
“Non mi sembri molto entusiasta!”
“Cerco di abituarmi alla mediocrità. Meglio essa che abituarsi all’inesistenza.”