«Questo è un dramma di tutti. Non ci sono parole per questo modo inconcepibile di morire».
Così il vescovo di Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora, si è rivolto ai familiari dei tre operai morti nell’incidente avvenuto nell’area industriale di Lamezia Terme il 12 settembre scorso e i cui feretri hanno ricevuto il saluto della città. «È accaduto – ha aggiunto monsignor Cantafora – ciò che non deve mai accadere sul posto di lavoro, dove le persone si recano per guadagnarsi il pane col sudore e la fatica per costruire un domani sereno e più sicuro per i loro figli.
Negligenza? Mancanza di sicurezza? Non tocca a me rispondere, ma alla magistratura e a quanti hanno le specifiche responsabilità previste dalle leggi. La nostra Costituzione è fondata sul lavoro ma come darle ragione in giornate come questa? La ricerca della verità sull’accaduto andrà avanti e noi confidiamo nella magistratura di questa città».
Subito dopo il breve discorso del vescovo, interrotto a tratti dalla commozione, è intervenuto il sindaco Gianni Speranza che, unendosi alle parole di monsignor Cantafora, ha sottolineato che «l’Amministrazione e il consiglio comunale di Lamezia Terme si stringono attorno alle famiglie di questi operai assieme a tutta la città. La comunità di Lamezia – ha proseguito – è rimasta profondamente sbigottita per questa tragedia».