Opere faraoniche? Incompiute Cattedrali nel deserto? No, grazie. A Lucera, in provincia di Foggia, si punta all’essenziale e nasce, in poco più di 15 giorni, un piccolo, ma funzionale teatro, nel cuore della Villa Comunale.
Un’opera collettiva per la collettività, realizzata con il coinvolgimento della gioventù locale, donne e uomini di sudore e intelletto, studenti, manovali, architetti e ingegneri.
In 30 si sono rimboccati le maniche per tirare su, a tempo record, una struttura del valore di circa 22 mila euro. Struttura che non è costata un solo centesimo alla cittadinanza: gli sponsor hanno provveduto ai materiali e tutti hanno contribuito alla realizzazione, a titolo volontario.
Ad affiancare i promotori dell’iniziativa Antonio Petrone, Daniela Gramegna e Anna Lucia Maruccitanti nomi, volti e braccia che hanno partecipato al workshop di autocostruzione messo in piedi dall’Associazione Z’Unica.
“Per la costruzione sono stati utilizzati 1500 mattoni – ha spiegato Antonio Petrone – Si tratta di materiale riutilizzato, proveniente da un vecchio caseggiato andato distrutto”. Il cantiere, aperto lo scorso 8 settembre, sarà completato nel giro di pochi giorni. La struttura, ispirata all’antica tecnica del compasso di Hassan Fathy, utilizzata dal grande architetto italiano Fabrizio Càrola, nasce da un progetto degli ingegneri Luigi Di Carlo e Gianfranca Mastroianni e degli architetti Stefania Vestuto e Chiara Signora. Il progetto grafico, invece, è stato realizzato dall’architetto Antonio Elia Granieri.
“Il compasso di Hassan Fathy – spiegano gli ideatori – permette di costruire cupole e strutture curve senza l’uso delle costose centine e senza una particolare maestria da parte degli operai, poiché è il compasso a indicare dove porre i mattoni. Nella tecnica utilizzata, la stabilità dell’intera struttura è assicurata in pari misura da ogni singolo mattone e dalla peculiare disposizione di ciascun laterizio: tutti i singoli elementi hanno uguale importanza nel garantire elasticità e tenuta. Alla stessa maniera, ciascuna delle persone coinvolte ha svolto un ruolo complementare e ugualmente importante rispetto al contributo fornito dai suoi compagni d’impresa“.
Fabrizio Càrola, architetto oggi ottantaquattrenne, ha perfezionato la tecnica attraverso workshop e progetti in tutto il mondo, creando una scuola e formando giovani tecnici. Tra questi, vi sono gli stessi professionisti che stanno lavorando al Teatro Griot per regalarlo a Lucera. “Stiamo costruendo quello che abbiamo chiamato Teatro Griot – ha spiegato Luigi Di Carlo -, una semi cupola a spirale con al centro un braciere intorno al quale, come nella tradizione nord africana dei griot, i cantastorie, si svolgeranno eventi culturali di vario genere: letture, incontri, concerti in acustico, lezioni di storia, filosofia, storia dell’arte. Una piccola ‘università del sapere’ aperta a tutti“.
L’opera sarà presentata domani 17 settembre (Palazzo Mozzagrugno, ore 19) nell’ambito della prima giornata del Festival della Letteratura Mediterranea. Da giovedì 18 settembre, la nuova struttura comincerà a ospitare una serie di eventi: arriveranno Fabrizio Càrola, Sandro Joyeux e la sua chitarra (domenica 21), Federico Maggiore e la storia del principe Manfredi (giovedì 25). La musica di Ettore Figliola e quella, in acustico, della Unza Unza Band s’impadroniranno della scena venerdì 26 e sabato 27 settembre. Domenica 28, alle 11.30, il Teatro Griot ospiterà la lezione di Lorenzo Canova, storico dell’arte romano.
Nei giorni a seguire, l’attrice Diletta Rossi leggerà L’Asino d’oro di Apuleio e arriverà l’architetto Franco Purini. Il programma si arricchirà ulteriormente e sarà aggiornato sulla pagina Facebook dell’associazione, intanto il Teatro Griot è già una realtà che sta suscitando meraviglia, sorpresa e, soprattutto, tanta partecipazione.
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