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Il social restaurant del Gargano
05 Ott 2014 08:46

Un ristorante si fa social? E che vuol dire, vi chiederete voi. È un’affermazione molto generica, certo, ma che si può facilmente riassumere in un concetto: la comunicazione è tutto, e oggi, si comunica attraverso il web soprattutto sui social, dove la vostra attività non può mancare.

Tutto questo per dirvi che mentre cucino, mentre sperimento nuovi piatti già penso ai contenuti “da costruire” per condividerli a tutti i follower attraverso i social.

Perché? Perché io credo che l’utente finale con sempre meno risorse economiche sia spinto a fare ricerche (online) sempre più accurate prima di spendere i suoi soldi, ed è quindi indispensabile convincerlo a monte che il tuo locale sia la scelta giusta.

In sostanza credo che più contenuti siano presenti in rete, maggiore sia la possibilità che questi finiscano nelle fauci di ipotetici affamati avventori alla ricerca di consigli di gusto.

Per questo motivo non più di un anno fa ho cominciato a prendermi cura di gestire quotidianamente le pagine Facebook, Twitter, e Instagram del Ristorante Al trabucco da Mimì, (Peschici) con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone possibile.

Il primo passo è avere un sito web funzionale e interconnesso a tutti gli account attivi, e, ovviamente dotarsi di un buono smartphone da dove fare il grosso della comunicazione.

L’home page del sito è pensata come una premessa. Al trabucco non è solo un ristorante, ma un luogo unico nel suo genere, dove tutti i 5 sensi, sono coinvolti. Qui si susseguono cinque istantanee che associano l’ambiente al gusto, alla vista, all’olfatto, all’udito, e al tatto.

Dal sito si può prenotare un tavolo, attraverso un modulo, molto gradito e utilizzato dai clienti, perché è pratico e veloce, e viene percepito come un servizio in più offerto, ma anche essere indirizzati al Blog di ricette, e a tutti i social network su cui siamo presenti.

Ma torniamo ai social. Il metodo migliore per essere seguiti e apprezzati è essere costanti nel caricare contenuti. Questo, non vuol dire postare e twittare di tutto. Il prodotto che può essere immagine, video, post, link, o altro deve infatti essere frutto di un’attenta riflessione volta ad assicurare il maggior coinvolgimento e iterazione dell’utente (mi piace, condivisioni, commenti).

Con il tempo, e la costanza vi accorgerete, -come mi sono accorto io- che state facendo stoytelling: una sorta di diario di bordo che permette a tutti di seguire la vostra giornata. Nel mio caso, è fatta di pesche miracolose, nuove ricette e tramonti mozzafiato ad alto coinvolgimento.

Instagram si presta bene allo scopo. Funge da album fotografico di famiglia virtuale, sempre aggiornato, che da privato si fa pubblico per mostrare come il dietro il lavoro ci sia passione e competenza e soprattutto una storia autentica di fatta di persone di cose buone.

Importante è l’utilizzo dell’hashtag per “catalogare” i contenuti, e facilitarne così la ricerca in rete. Ho così coniato e invitato gli utenti a utilizzare #trabuccofood per le foto e le ricette dei piatti, #tramontoaltrabucco per le foto al calar del sole, e,  ultimo in ordine di tempo #IlGarganoVive con l’obiettivo di mostrare con le immagini che il Gargano dopo le alluvioni dello scorso 6 Settembre si riprende e torna a splendere.

Questa campagna, partita in opposizione allo sciacallaggio mediatico che si limita a raccontare la tragedia, è stata così promossa dall’agenzia Pugliapromozione, dal Ministero del Turismo attraverso i suoi canali social e raccolta da molti imprenditori locali che hanno diffuso il messaggio di un Gargano che vive ed accoglie. Prova tangibile di come la produzione di contenuti mirati online genera una promozione territoriale a costo zero e benefici non per la singola attività ma per tutti gli attori del sistema ricettivo  e di servizi.


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