Nettuno non ha risparmiato proprio nessuno in Calabria, tanto da scatenare il suo tridente anche contro le antichità della storia distruggendo l’area archeologica di Monasterace Marina, dove si trovano i resti di Kaulonia, la fiorente colonia magno greca.
A poche settimane dai danni è l’archeologo Francesco Cuteri a rivolgere un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ed al ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, per salvare il parco archeologico devastato dalla furia del mare.
Sotto il faro di Punta Stilo, il mare, ora, sembra tranquillo, ma qualche settimana fa, per effetto del maltempo provocato dalla perturbazione chiamata proprio “Nettuno”, ha scatenato tutta la sua potenza ed ha divorato la duna che aveva protetto finora gli antichi resti del parco archeologico. Il basamento del tempio dorico ed il mosaico ellenistico di recente scoperta, il più grande della Magna Grecia, si trovano ora a poco più di venti metri dal mare.
L’archeologo Cuteri, che sta lavorando agli scavi nel parco, si rivolge al Capo dello Stato per chiedere un ”intervento di protezione immediata del sito. Mi rivolgo al Presidente Napolitano conoscendo la sua straordinaria sensibilità per le testimonianze del nostro passato. Nel contempo, mi rivolgo anche al ministro Bray affinché visiti al più presto l’area archeologica di Monasterace, ora così bisognosa di aiuti”. “Quello dell’antica Kaulonia, così a ridosso del mare – conclude Cuteri – è un Parco che deve necessariamente continuare ad esistere nella sua integrità. Non deve trasformarsi, da luogo di Memorie, in luogo dei ricordi”.
A lanciare il grido l’allarme è anche la geologa dell’Università della Calabria Maria Pia Bernasconi, che ha effettuato un sopralluogo chiesto dal funzionario di zona della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria, Maria Teresa Iannelli.
Dalla relazione della geologa emerge visibilmente la “gravità della situazione” perché l’erosione ha lasciato solo un “sottile diaframma di terreno tra i resti archeologici ed il mare”. E c’è il forte rischio che la fase erosiva possa compromettere definitivamente l’area termale dell’antica Kaulon, compreso il “mosaico che rende unico il sito di Monasterace nell’Italia meridionale continentale”.
Quella che è stata avviata è una vera e propria corsa contro il tempo per evitare che nuove ondate di maltempo possano definitivamente distruggere uno dei tesori dell’antichità custoditi nella terra di Calabria.
E’ evidente che la “prossima mareggiata, anche se non violenta come la precedente, risulterà fatale – afferma Cuteri – per la conservazione delle testimonianze archeologiche che si affacciano a mare”.
Agli appelli lanciati dalla Soprintendenza e dallo stesso Cuteri hanno già aderito il Fai, Legambiente, Umberto Zanotti Bianco, l’Associazione Monasterace nel Cuore, la Rai e l’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri.