“Glielo direi io come ha preso i voti“. E’ questa una delle frasi pronunciate da Pasquale Arena, figlio del boss dell’omonima cosca Nicola Arena, nel corso di una conversazione intercettata e riportata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace, nei confronti dell’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, del marito, Franco Pugliese, e di altre persone coinvolte nell’indagine.
Nel corso delle indagini condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dal sostituto procuratore generale Salvatore Curcio, sono state effettuate numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. In una delle conversazioni Pasquale Arena sostiene che si era molto attivato per procurare voti al sindaco “facendo favori ai cristiani“. Il figlio del boss commenta poi “ironicamente – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – la fama mediatica di sindaco antimafia conquistata dalla Girasole mettendo in diretta relazione l’immagine pubblica della donna con l’eloquente frase ‘glielo direi io come ha preso i voti'”. Arena, stizzito, ricorda poi anche il suo diretto interlocutore, Francesco Notaro, dipendente comunale e responsabile dell’ufficio demografico del Comune di Isola Capo Rizzuto, che gli aveva indicato la Girasole come ‘la persona da portare avanti‘ in campagna elettorale. Pasquale Arena, nella conversazione intercettata, ricorda anche che “quella notte, andando e tornando da Crotone, gli abbiamo procurato 350 voti anche con sigarette e omaggi“.