Il sindaco di Acquaformosa Gennaro Capparelli ha “proceduto a denunciare un dirigente scolastico provinciale, reo di non avere, a distanza di 10 giorni, provveduto a sdoppiare la prima e seconda classe ex scuola media”.
Lo rende noto, con un comunicato l’assessore all’Accoglienza e all’immigrazione Giovanni Manoccio (nella foto) Acquaformosa, paese di 1.200 abitanti in provincia di Cosenza, di antiche origini Arbereshe (Italo-Albanesi), fa parte dei progetti finanziati dal Ministero degli Interni e gestiti dallo Sprar (Sistema di protezione per i rifugiati e i richiedenti asilo politico).
La pluriclasse, afferma Manoccio, “è composta di 20 unità di cui sei ragazzi immigrati presenti nei progetti di accoglienza portati avanti dal Comune e dalla Parrocchia. I ragazzi provengono da zone di guerra: Palestina e Sira oppure luoghi difficili come l’Egitto o l’Africa sub-sahariana”.
“Mentre l’Amministrazione comunale si prodiga ad accogliere e integrare le famiglie e i bambini, a cui è stata negata la serenità e la felicità – afferma l’assessore comunale ed ex sindaco – il dirigente non risponde alle lettere, non risponde alle diffide e letteralmente non risponde al telefono, attuando un comportamento lesivo del prestigio di un Istituzione che dovrebbe accogliere e educare”.
“Con l’incarico di assessore all’Immigrazione e all’accoglienza – dice ancora Manoccio – denuncerò alle autorità competenti il dirigente per ‘razzismo istituzionale’, chiedendo al contempo al Ministro dell’Istruzione di rimuoverlo dalla carica per inosservanza alle più elementari regole di convivenza. Acquaformosa e i suoi cittadini hanno difeso nel corso degli anni il ‘diritto allo studio’ dei propri figli e nipoti, il tutto con battaglie di civiltà come quella del 2008 con l’iscrizione dei nonni a scuola, con il coinvolgimento dell’intera popolazione a difesa del presidio scolastico. Si faccia informare, signor Dirigente, dai suoi collaboratori, e si faccia raccontare quelle storie, perché anche questa volta Acquaformosa e i suoi studenti la spunteranno, con buona pace dei suoi silenzi e delle sue omissioni”.