Il 2 febbraio 2010, nel suo studio “Zendark tattoo“, sulla Circumvallazione esterna, nel tratto di Casavatore, viene assassinato Gianluca Cimminiello, 31 anni.
A distanza di un mese dalla sua morte si è compreso il movente dell’omicidio: Gianluca è stato ammazzato per aver pubblicato sul suo profilo di Facebook un fotomontaggio che lo ritraeva con Lavezzi.
Questa foto, secondo quanto accertato dai pm Stefania Castaldi e Gloria Sanseverino della Dda, indispettì Vincenzo Donniacuo, tatuatore di Melito, che chiese al clan di riferimento della zona di punire lo sgarro.
Dopo la pubblicazione della foto, Gianluca ebbe decine di e-mail da parte dei clienti e nell’ultimo messaggio inviatogli da Donniacuo, questi scrisse che Lavezzi lo doveva tatuare lui e nessun altro e poi chiuse con un «sabato passo nel tuo negozio».
Quel sabato invece si presentarono tre persone. La discussione degenerò. In due aggredirono Gianluca che non solo evitò il pestaggio, ma fece scappare i suoi aggressori, tra i quali Noviello.
Tre giorni dopo, secondo l’accusa, Vincenzo Russo, si presenta davanti al negozio di Gianluca chiamandolo per nome. Gianluca arriva sulla soglia del locale e viene colpito mortalmente prima alla spalla e poi al torace.
Il killer spara ancora due volte. Per essere sicuro di aver ucciso.
Si può morire per un tatuaggio? Per una foto su facebook?
Anche nel tuo nome rinnoviamo il nostro impegno. Ciao Zendark!