Oggi voglio raccontarvi una storia, la mia storia e forse, molto probabilmente quella della maggior parte dei ragazzi del mio quartiere.
Io sono nata nel centro di Taranto, ma da circa vent’anni vivo nel quartiere Tamburi. Da ciò che ricordo noi bimbi e ragazzi del quartiere, non abbiamo mai avuto uno spazio, in cui giocare, divertirci e dare vita alla nostra creatività… Ville e giardinetti non sarebbero durati a lungo a causa dei fumi e dell’inquinamento, giostrine e parchi, non sarebbero durati altrettanto, a causa dei vandali che avrebbero trovato divertimento nel distruggerli (come e’ successo per altri luoghi). Non avevamo altra scelta che giocare nelle piazzette, sotto i nuvoloni rossi di fumo e gas; e tornare a casa stremati e con le mani e le ginocchia ricoperte di “minerale”. Poi sono cresciuta, ma il quartiere si è sempre più distaccato dalla città, sempre più emarginato.. Io e la maggior parte dei miei coetanei, gestivamo le nostre attività quotidiane al di fuori dei Tamburi; pensavamo a spostarci anche soltanto per andare a scuola o semplicemente per fare una passeggiata.
Per non parlare del lavoro; quanti ragazzi nati, cresciuti qui, si sono poi trasferiti nelle grandi città o addirittura fuori dall’Italia; perché qui non avrebbero potuto realizzare i propri progetti, perché il quartiere non lo permetteva e non ti dava alcuna possibilità. Ed è proprio per questo che gente come: la signora Carmen Galluzzo responsabile della biblioteca e presidente dell’associazione Marco Motolese; e i coniugi Santina Novellino e Giovanni Guarino responsabili della compagnia C.R.E.S.T., prova in diversi modi a contribuire allo sviluppo della cultura all’interno dei Tamburi, dando una motivazione alla quasi “rinascita” del quartiere spento ed emarginato a causa dell’inquinamento e “dell’ignoranza” degli abitanti, ignoranza intesa come non conoscenza del territorio, delle ottime potenzialità che presenta e della grande possibilità che ha di emergere tra gli altri. Dal Gennaio 2009, nasce in un punto quasi sconosciuto anche agli occhi degli abitanti dei Tamburi, che non avrebbe mai ritenuto idoneo alla collocazione di una simile attività, il teatro TaTA’.
Si! Un teatro all’interno del quartiere Rosso (colore predominante a causa delle polveri dell’ILVA), con le strade poco asfaltate e l’aria irrespirabile.. Il teatro TaTA’ (teatro auditorium Tamburi) il cui nome in forma dialettale significa “papà”, quindi racchiude tutta la forza e l’importanza della famiglia; nasce di conseguenza al progetto “Teatri Abitati” avviato nel 2008, che mira ad uno sviluppo culturale, attraverso i giovani e la qualità, in realtà territoriali periferiche che richiedono, per diverse motivazioni un aiuto, una spinta verso lo sviluppo culturale. Questo progetto richiama l’intero sistema teatrale italiano; con Teatri Abitati si mettono in discussione non solo gli artisti delle compagnie, ma anche le comunità che le ospitano. Il progetto ha voluto dare una “casa” agli artisti “senza tetto” e ha voluto far incontrare, il lavoro di attori e registi con l’esigenza di far incrementare l’utilizzo dei teatri poco abitati; permettendo alle compagnie di lavorare senza problemi ogni giorno e a questi spazi di essere utilizzati.
Il teatro TaTA’ è abitato dal C.R.E.S.T. (Collettivo di ricerca espressiva e sperimentazione teatrale), compagnia teatrale che nasce a Taranto circa trent’anni prima, ma che fino al 2009 e’ stata una compagnia “nomade”. È detta compagnia di giro, perché da circa vent’anni e’ riconosciuta tra le 15 compagnie di teatro-ragazzi che gira l’Italia e l’Estero. I responsabili del Crest scelgono i Tamburi come sito per il loro teatro, quasi per sfida, contro se stessi, pensando alle difficoltà che questo quartiere presenta, ma pensando alla grande opportunità di riscattarlo e di rendere orgogliosa la gente che lo abita. Il Crest ha dovuto superare grossi problemi, a partire dai furti subiti all’interno del teatro, che hanno provocato spese non indifferenti, alle difficoltà che la gente aveva nel raggiungerlo, l’illuminazione per esempio, o la strada occupata dal mercato che impediva il passaggio dei tecnici o degli stessi ragazzi delle scuole che non potevano accedervi. Questa compagnia offre una grande possibilità nell’accrescimento della cultura del quartiere, attraverso l’organizzazione dei laboratori all’interno e all’esterno del teatro.
Laboratori che vedono impegnati adulti e bambini nella realizzazione di spettacoli e rappresentazioni inerenti alla situazione culturale e territoriale del posto. I responsabili del Crest organizzano laboratori teatrali anche all’interno del carcere di Taranto; inoltre collaborano con le scuole, per aiutare attraverso l’espressione, i ragazzi difficili, o con problemi del comportamento… Il Teatro TaTA’ e’ sede di importanti spettacoli e rappresentazioni; ogni anno promuove la rassegna domenicale “Favole e Tamburi”, dedicata alle famiglie, raccontando le favole più note, rielaborate, (Cenerentola, la bella e la bestia, i tre porcellini ecc..). Altra creazione del Crest all’interno del teatro è la rassegna PERIFERIE, che offre spettacoli di teatro e danza contemporanea, con testi e linguaggi innovativi di grande interesse.
Dal 24 al 27 settembre 2014 si è tenuta a Taranto la terza edizione di “stArt up teatro”, panoramica del teatro delle nuove generazioni, un progetto della rete di residenze teatrali pugliesi.; sei compagnie distribuite in quattro province, realizzato nell’ambito di “Teatri Abitati”. Gli spettacoli sono stati realizzati in diversi luoghi della città, nel quartiere Tamburi, nella città vecchia, a Palazzo Pantaleo.
Credo che le iniziative e i progetti del Crest possano essere di forte importanza per il futuro di questo quartiere, che possano aiutare con un accrescimento culturale, il risanamento di ciò che è stato distrutto e che impedisce la realizzazione di progetti importanti per i giovani dei Tamburi.
Questo video è tratto da una piccola parte dalla rappresentazione “u tata pensace tu”. È la conclusione di un laboratorio di animazione teatrale, tenuto al TaTA’, teatro che nasce nel quartiere Tamburi nel gennaio 2009.
E’ stato realizzato di conseguenza al progetto “Bollenti Spiriti”, un’attività destinata ai giovani e non. In questa rappresentazione vediamo la partecipazione di attori professionisti, ma soprattutto di alcuni abitanti del quartiere (infatti è recitato in dialetto tarantino).
Ha avuto come tema, il ripercorrere la storia dei Tamburi, negli ultimi sessant’anni; e quindi i cambiamenti che ha portato al quartiere, la nascita dell’Ilva.
Lascia un commento