”Tutto quello che può migliorare il quadro normativo contro la corruzione è da sostenere e valorizzare. Credo che non ci sia solo la necessità di nuove figure di reato ma soprattutto quello di prevedere norme che infrangono la devastante patologia corruttiva nella vita pubblica. Sono d’accordo con Cantone, il profilo sanzionatorio penalistico non basta più, ci vogliono elementi selettivi ‘a monte’ per assicurare trasparenza agli appalti pubblici”.
Per il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, intervistato dal Mattino, occorre ‘‘bonificare la burocrazia”. ”La corruzione è il principale danno per il Sistema Italia. Rispetto agli anni di Tangentopoli non è cambiato nulla perché è stata dolosamente coltivata l’idea che tutto fosse finito con Mani Pulite”, dice Cafiero de Raho. ”La corruzione e il sistema di infiltrazione nella gestione della cosa pubblica si erano solo abilmente inabissati”, soprattutto ”negli enti locali, perché non c’è più nessun controllo sugli atti amministrativi”. La mafia, ”ha adottato il sistema della rotazione, soggetti economico-criminali che predispongono i cartelli di imprese predeterminando esiti di gare di appalto e corrompendo funzionari. La lotta non può assumere azioni ondivaghe, solo quando l’attualità offre spunti sconcertanti”, dichiara il procuratore, secondo cui ”è molto alto il livello di infiltrazione criminale nelle istituzioni pubbliche”.
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