Ultimo lembo di terra a Sud d’Italia. Anzi, d’Europa. Ecco Lampedusa, splendida isola delle Pelagie, meta privilegiata di turisti in cerca di una settimana di tranquillità, immersi in un mare limpido. Soprattutto provenienti dal Nord del Paese. Tra di loro molti Vip: calciatori, politici, cantanti, imprenditori…
Ma c’è anche l’isola che rappresenta il primo approdo per sperare in una vita migliore, da parte di chi, spesso sfidando lo Stretto di Sicilia a bordo di una barchetta malconcia, proviene dall’altra parte del Mediterraneo.
E poi c’è la Lampedusa dei suoi abitanti. Gente semplice che vive prevalentemente di pesca e di turismo e che spezza ogni anno in due: lavorano intensamente d’estate per, poi, rilassarsi d’inverno. Per loro i “forestieri”, così come li chiamano, sono una risorsa fondamentale per andare avanti e la loro isola è tutto ciò che hanno. Ecco perché la coccolano ogni giorno, ecco perché “guai a chi la tocca”.
Lampedusa, quindi, è un’isola a tre facce: quella benestante dei turisti, quella operosa dei suoi abitanti, quella disperata e speranzosa degli immigrati.
Ed è qui che, per la prima volta nella storia del Pontificato, approderà Papa Francesco. Il piede di Sua Santità toccherà la terra lampedusana lunedì 8 luglio.
Una visita “a sorpresa” – una consuetudine a cui dobbiamo abituarci – per pregare con e per i lampedusani e per i tanti che, con l’avvento della stagione calda, tenteranno di superare gli Scilla e Cariddi moderni, con il rischio concreto di morire con l’ultimo sguardo regalato ad un orizzonte di speranza.
L’Isola è naturalmente in fermento, come ha raccontato a Resto al Sud, il sindaco Giusi Nicolini:
“Abbiamo appreso dell’arrivo del Papa con immensa gioia ma anche con la consapevolezza di essere una terra di grande significato simbolico. Lampedusa è una terra che ha sempre accolto con grande dignità e grande generosità coloro i quali hanno deciso di sfidare il mare per avere una vita migliore e siamo ovviamente felici che il Papa venga qui da noi a sancire il ruolo di Lampedusa”:
– Come ha reagito alla notizia la popolazione lampedusana?
“I lampedusani sono entusiasti perché nessuno di noi immaginava che il Papa potesse davvero arrivare fin qui. Lo considerano un premio al grande sforzo e alla grande generosità mostrata in questi anni di emergenza. Peraltro molti lampedusani emigrati stanno cercando con tutti i mezzi disponibili di venire a vedere il Papa nello loro isola”.
– L’arrivo del Papa avrà anche dei benefici dal punto di vista turistico. Attuerete un piano di “emergenza” ad hoc?
“È evidente che Lampedusa avrà una visibilità globale in questa giornata che per noi sarà sì campale, ma che sarà anche carica di grande gioia e responsabilità. In pochi giorni stiamo cercando, insieme alle altre Istituzioni, a cominciare dalla Prefettura, ad organizzare un piano per la sicurezza delle persone che verranno qui a seguire questa storica visita del Papa”.
– Il Papa celebrerà nell’Isola la Messa. Dove avverrà? Nella Chiesa della strada principale – via Roma – o sarà adibito uno spazio apposito?
“La messa sarà celebrata nel campo sportivo Arena che è nei pressi del porto. È uno spazio sufficiente ad accogliere i fedeli ansiosi di ascoltare le parole che il Santo Padre pronuncerà nella sua omelia”.
– Spera che la visita di Papa Francesco possa accendere i riflettori su Lampedusa, non più come mero approdo dei “disperati” dalle coste africane ma come vero crocevia di popoli?
“È chiaro che la visita del Papa, incentrata soprattutto sul tema della immigrazione, farà accendere i riflettori del mondo su una questione che i lampedusani vivono quotidianamente da quindi anni. Il Santo Padre, durante la visita, lancerà in mare una corona di fiori per ricordare quanti hanno perso la vita cercando la traversata della disperazione del Canale di Sicilia. E penso che anche nella sua omelia dirà parole molto significative a tutto l’Occidente affinché il fenomeno della Immigrazione non venga visto solo come un problema di ordine pubblico”.
Lascia un commento