Franco Montenegro fino a ieri era l’arcivescovo di Agrigento, ma a Lampedusa tutti, a cominciare dal sindaco Giusi Nicolini, lo chiamavano “don Franco”.
Oggi è cardinale. Messinese nato nel ‘46, Montenegro è uno degli animatori della accoglienza alle migliaia di immigrati che dal mare sbarcano sull’isola cercando una nuova possibilità di vita. Era presente a fianco di papa Francesco nel primo viaggio del pontificato, nel luglio 2013 a Lampedusa, con il quale il Papa indicò alla Chiesa italiana e alla Chiesa di tutto il mondo, il suo sogno di una Chiesa dalle porte aperte, presente e accogliente in tutte le periferie del mondo.
«Inizialmente pensavo ad uno scherzo. Poi in sacrestia ho scoperto che era tutto vero e la cosa mi ha un po’ stordito anche perché, ve lo assicuro, non ne sapevo nulla» ha raccontato il nuovo cardinale.
«Non è uno scatto di gradi – ha precisato – ma un servizio in più che si chiede e che devo continuare a svolgere così come ho fatto fino ad ora.
Con la nomina a Cardinale non cambierò per nulla registro né batterò il pugno sul tavolo. Non aspettatevi cambiamenti, il mio impegno sarà quello di sempre. Quello che ho fatto e continuerò a fare è solo il mio dovere che è legato al Vangelo».
Monsignor Montenegro ha poi rivelato di avere telefonato al Papa «ringraziandolo per la fiducia che mi ha accordato; Lui mi ha chiesto di lavorare in povertà. Non mi ha fatto alcuna raccomandazione se non quella frase “vivi in povertà” e credo che questo sia la chiave di tutto».
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