La centralità delle tematiche ambientali nelle politiche di un Paese dovrebbe essere un patrimonio di tutti. Purtroppo in Italia non è così.
Negli ultimi quattro anni il bilancio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato decurtato di circa due terzi. Una scelta suicida da tempo segnalata dal WWF Italia e che ha visto una straordinaria mobilitazione da parte di tutto il mondo ambientalista, e non solo, per chiedere una netta inversione di tendenza.
Come si legge in un appello pubblico lanciato il 16 ottobre scorso da un cartello di 17 Associazioni ambientaliste, a cui hanno aderito ben 140 organizzazioni non governative e CGIL, CISL e UIL, la situazione è drammatica.
In questi ultimi anni il Ministero dell’ambiente è stato il più colpito dai tagli della spending review. Nella sostanza è stato quasi ridotto ad un ministero senza portafoglio, di cui non viene garantita l’operatività e la necessaria e rigorosa professionalità: nel 2009 il bilancio del Ministero ammontava a 1.649 milioni di euro, nel 2010 era di 1.265 milioni di euro ed oggi, nel 2013, è sceso a 468 milioni di euro, 306 dei quali destinati alle spese correnti che garantiscono l’attività ordinaria.
Nell’Appello, in merito alle importanti funzioni svolte dal Ministero, si sottolineava come: “A 27 anni dalla sua nascita, il giovane Ministero, istituito nel 1986, rischia di scomparire a causa della progressiva erosione delle risorse che garantiscono l’efficacia e l’efficienza del governo dell’ambiente per i cittadini e per le imprese (…) L’ulteriore riduzione delle capacità di prevenzione, d’intervento e di controllo del Ministero può avere conseguenze molto gravi per la nostra sicurezza, per la salute di noi tutte/i e per la tutela della natura, incidendo sulla nostra qualità della vita e sul nostro futuro. Riparare i danni ambientali ci costa molto più che prevenirli: il nostro Paese è tra quelli che colleziona più multe ambientali per infrazioni delle normative e delle regole europee, mentre la magistratura deve intervenire sempre più spesso sui disastri ambientali”.
L’azione portata avanti da questo ampio fronte ha registrato un primo successo fermando la caduta verticale che ha caratterizzato gli ultimi anni. Leggendo la Tabella 9 del Bilancio di previsione 2014 presentato dal Governo al Senato l’importo “di competenza” destinato al Ministero dell’Ambiente è di 509 milioni di euro: per la prima volta dal 2010 con un segno più di 40 milioni, equivalenti ad un’integrazione del 10% rispetto alle cifre stanziate lo scorso anno.
Si tratta di un passo sicuramente apprezzabile, ma va fatto di più. Il bilancio del Ministero dell’Ambiente dovrebbe raggiungere almeno i 700 milioni di euro, aumentando la quota prevista per gli “interventi” ordinari.
Investire nella salvaguardia e nella messa in sicurezza è la prima “grande opera”, reale e concreta, da portare avanti in Italia.
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