La commissione europea ha dato il via libera alla decontribuzione al Sud. Le imprese meridionali possono adesso godere dell’esonero dal versamento dei contributi pari al 30% della contribuzione previdenziale complessivamente dovuta . Si tratta di una misura a favore dai datori di lavoro privati, per il periodo da ottobre a dicembre 2020, la cui “sede di lavoro” ricade nelle aree svantaggiate del Sud.
Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e le isole della Sicilia e Sardegna: si tratta di regioni con un Pil procapite inferiore al 75% della media Ue ( fra 75 e 90%) che hanno un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale. La misura dovrebbe avvantaggiare circa 500mila imprese.
L’INPS ha chiarito che l’esonero spetta ai datori privati la cui sede di lavoro (anche sede secondaria o unità operativa) sia ubicata in una delle regioni cosiddette svantaggiate. Il beneficio non è riconoscibile quando il lavoratore in somministrazione, pur svolgendo la propria attività in unità operative dell’azienda ubicate in quelle aree, sia formalmente incardinato presso un’agenzia di somministrazione situata in una regione diversa da quelle dove si può usufruire dello sgravio.
“Con il via libera è arrivata un’ottima notizia per molte lavoratrici e lavoratori del nostro Paese” ha sottolineato il nuovo ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ricordando che la misura era stata voluta dall’ex ministro del Sud Giuseppe Provenzano. Con il provvedimento adottato è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021 lo sgravio contributivo del 30% per le imprese del Mezzogiorno. Potranno quindi essere recuperati i contributi di competenza 2021 già versati dalle aziende.
Per il nuovo ministro del Sud, Mara Carfagna, “superato questo primo scoglio, sarà ora importante che la Commissione riconosca la necessità di confermare la decontribuzione fino al 2029, come previsto dalla legge di bilancio”.