Tra un terzo e la metà di tutte le donne assassinate nel mondo sono uccise dal partner. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine e il Consiglio di Ricerca Medica Sudafricana hanno pubblicato, sulle riviste Science e The Lancet, i risultati di una serie di studi a livello mondiale sulla violenza domestica contro le donne.
Science mette in evidenza come la violenza sulle donne tra le pareti domestiche fisica, sessuale o psicologica, chiamata Intimate Partner Violance (Ipv), può avere implicazioni anche politiche. Si chiede infatti ai governi di tutto il mondo una maggiore attenzione a questo fenomeno che è sempre esistito ma che non si riesce ancora ad estirpare.
I risultati mostrano che a partire dal 2010, il 30% delle donne dai 15 anni di età ad un certo punto della vita, ha subito violenza fisica e/o sessuale nella propria casa da parte di familiari o del partner. Le stime indicano, secondo la rivista The Lancet, che in tutto il mondo almeno un omicidio su sette (13,5%) è commesso dal proprio partner intimo. Nel 38,6% dei casi l’omicidio è commesso da persone vicine alla vittima, contro il 6,3% degli omicidi maschili.
La ricerca mette insieme 118 studi pubblicati negli ultimi 20 anni che riguardano la violenza sulle donne in 169 paesi diversi. Gli studiosi hanno esaminato 492.340 omicidi compiuti in 66 nazioni elaborando un quadro globale estremamente variabile. I paesi con il più alto tasso di omicidi di donne da parte del partner sono quelli nel sud-est asiatico (58,8%), i paesi in generale che hanno un alto reddito (41,2%), le Americhe (40,5%) e la regione Africana (40,1%).
I numeri di omicidi più bassi si trovano invece nei paesi della regione a basso e medio reddito occidentale del Pacifico (19,1%), la regione europea a basso e medio reddito (20%), e la regione mediterranea orientale (14,4%). Gli autori evidenziano che si tratta di stime prudenti in quanto la vera entità del problema è ostacolata dalla mancanza di segnalazioni esatte.
In molti omicidi non viene individuato l’assassino come il partner della vittima e questo secondo gli studiosi, rappresenta almeno un quinto di tutti i casi elaborati.
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