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Il governatore (sospeso) della Calabria. Condannato a sei anni
28 Mar 2014 08:48

Sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Dopo otto ore di camera di consiglio è questa la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, imputato di abuso e falso nella sua qualità di ex sindaco di Reggio per le vicende legate alle autoliquidazioni dell’ex dirigente dell’Ufficio finanza del Comune di Reggio Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010.

Una sentenza che va oltre le richieste del pm Sara Ombra, per la quale Scopelliti andava condannato a 5 anni e all’interdizione per lo stesso periodo. L’ex sindaco di Reggio dovrà pagare anche una provvisionale di 120 mila euro. Pene ridotte rispetto alle richieste, invece, per gli ex revisori dei conti Carmelo Stracuzi, Domenico D’Amico e Ruggero De Medici, condannati a 3 anni e mezzo ciascuno rispetto ad una richiesta di 4 anni. La sentenza è stata commentata, con un comunicato, dalla Giunta regionale, secondo cui “la condanna era ampiamente prevista. Non già perché meritata, ma per il fatto che il comportamento reiteratamente ostile e illegittimo del tribunale ne aveva costituito una evidente anticipazione. La sentenza, tra l’altro, ha preteso di strafare applicando una pena eccessiva ed esorbitante, volutamente esemplare. Quasi nel tentativo di sottolineare la base politica della condanna“.

La condanna di Scopelliti comporterà anche delle conseguenze politiche. Con la condanna per abuso, infatti, si avvia la procedura prevista dalla Legge Severino che porterà alla sospensione da Presidente della Regione di Scopelliti per 18 mesi. Il Tribunale, secondo quanto stabilisce la legge, dovrà comunicare la sentenza al prefetto di Catanzaro, comune capoluogo di Regione, il quale a sua volta ne darà comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri che poi informerà del provvedimento il Consiglio regionale.

Al momento della lettura del dispositivo da parte del presidente Olga Tarsia, Scopelliti non era in aula. C’erano alcuni componenti la maggioranza di centrodestra alla Regione: la vice presidente Antonella Stasi, gli assessori Luigi Fedele e Nazzareno Salerno e i consiglieri Fausto Orsomarso e Tilde Minasi. Il dispositivo è stato letto nel silenzio dell’aula, che poi si è ben presto svuotata. Al banco della pubblica accusa, oggi, per la prima volta dall’inizio del dibattimento, accanto al pm sara Ombra, ha preso posto anche il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza.

La sentenza è giunta al termine di quasi un anno e mezzo di processo avviato dalle autoliquidazioni di Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010 ingerendo acido muriatico. Parcelle per un importo di 750 mila euro emesse per il suo incarico di rappresentante del Comune nella Commissione tributaria. Partendo da questo, la Procura ha avviato un’inchiesta che poi si è allargata con una serie di accertamenti tecnici sui conti del Comune dai quali sarebbero emerse una serie di irregolarità nei bilanci dal 2008 al 2010. Della vicenda si sono occupati anche gli ispettori generali delle Finanze rilevando un disavanzo che sarebbe stato di circa 170 milioni di euro.

Oggi, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, uno dei legali di Scopelliti, l’avv. Aldo Labate, aveva chiesto l’acquisizione di nuovi atti che avrebbero dimostrato che parte dei debiti fuori bilancio erano imputabili all’amministrazione precedente a quella di Scopelliti, ma il Tribunale ha rigettato la richiesta. Una decisione che ha provocato il dissenso dell’altro legale del governatore, il sen. Nico D’Ascola. “Rifiutare un prova come preconcetto è limitazione dei diritti della difesa” ha detto dopo avere svolto la sua arringa. Un intervento, quello davanti ai giudici, nel corso del quale D’Ascola ha parlato di “un vuoto probatorio che il pm non è riuscito a colmare“, contestando l’ipotesi “del dolo intenzionale” nella condotta dell’ex sindaco di Reggio. Argomentazioni che però non hanno convinto i giudici. E dopo la condanna l’unico commento è venuto dall’avvocato Labate. ”Siamo ovviamente delusi – ha detto – dall’esito del processo. Aspettiamo le motivazioni della sentenza“.


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