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Il giallo della donna soffocata mentre il bimbo dorme nella culla
22 Lug 2013 08:25

Tanti interrogativi e una mezza certezza. Katia Tondi, la donna di 31 anni trovata senza vita sabato sera nella sua abitazione di San Tammaro (Caserta), potrebbe essere stata strangolata, questo almeno sembrano suggerire i segni sul collo notati dal medico legale.

Ma in merito al movente e al responsabile, tutto è ancora da stabilire. A scoprire il corpo è stato il marito. Nella stessa stanza, nella culla, anche il loro bimbo di sette mesi. Martedì l’autopsia, che sarà eseguita all’istituto di medicina legale di Caserta, chiarirà la causa della morte.

Chi l’abbia uccisa, invece, resta ancora un mistero per gli investigatori della Polizia di Stato. Il pm Luigi Musto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere non ha scritto ancora nessun nome nel registro degli indagati. Subito messa al vaglio la posizione del marito, Emilio Lavoretano, anche lui di 31 anni, impiegato in un negozio di pneumatici, che ieri sera, di ritorno dal supermercato, ha scoperto il corpo senza vita della moglie riverso nel corridoio con il volto rivolto verso il soffitto, mentre il loro bimbo di sette mesi dormiva in una stanza.

L’uomo ha raccontato di essere uscito intorno alle 19 per fare la spesa, alibi confermato dalla verifica degli scontrini fiscali, e di essere ritornato poco prima della 20. La prima pattuglia della Squadra Volanti della polizia è arrivata poche decine di minuti dopo, chiamata dall’uomo.

Nella notte, si è appreso da ambienti investigativi, Lavoretano è stato sottoposto ai test per accertare l’eventuale assunzione di alcol o droga, che hanno dato esito negativo. Dalle dichiarazioni dei parenti non sono emersi inoltre contrasti tra i giovani coniugi.

Nel contempo anche la prima pista ipotizzata, quella della rapina, ha perso peso anche se, in mancanza di ipotesi attendibili, non è stata del tutto tralasciata; dalla casa, trovata a soqquadro, non è stato preso nulla, né gli inquilini del palazzo hanno sentito del trambusto o notato qualcuno fuggire dall’abitazione dei coniugi, posta al quarto piano del palazzo. La porta d’ingresso inoltre non era forzata; se dunque qualcuno ha provato a fare il colpo si è fatto prima aprire dalla donna.

I poliziotti guidati dal vicequestore Pasquale Trocino hanno interrogato i vicini per capire se vi fossero forti motivi di risentimento tra la coppia e qualche altro inquilino ma non è emerso nulla. Lavoretano è tuttora sotto choc, così come la comunità di San Tammaro, che si è stretta attorno alla famiglia del giovane.


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