Stasera ci attende la seconda puntata de L’Allieva, la nuova fiction di Rai1 che porta sul piccolo schermo Alice Allevi, una giovane donna, un po’ maldestra e goffa, ma tenace e sognatrice.
Tratta dai primi tre romanzi di Alessia Gazzolla (“L’Allieva”, “Un segreto non è per sempre”, “Sindrome da cuore in sospeso”), la serie tv, prodotta da Endemol Shine Italy per Rai Fiction con la regia di Luca Ribuoli, ci farà compagnia per sei serate raccontandoci con freschezza le gioie e i dolori di una vita da aspirante medico che sceglie di iniziare la specializzazione in medicina legale.
La professione che ha scelto Alice, interpretata da Alessandra Mastronardi, richiede metodo e serietà, ma la ragazza risulterà essere di impacciata e con la testa tra le nuvole, sia nel lavoro sia nella vita privata. Da un lato sarà affascinata da Arthur, un giovane reporter di guerra, figlio del direttore dell’Istituto di Medicina Legale dove lavora ma dall’altro sarà totalmente rapita dal dott. Claudio Conforti. C.C, come spesso viene chiamato, ha il volto del bravissimo Lino Guanciale (qui di seguito potete leggerne l’intervista), il quale ancora una volta riesce a regalare al pubblico le infinite sfumature emotive della vita, come solo un grande attore sa fare. Claudio Conforti, uomo affascinante e carismatico, ma altrettanto sarcastico e ambizioso, è il direttore superiore di Alice, oltre che un professionista molto preparato. Il rapporto tra Claudio e Alice oscilla tra amore e odio; sono come il giorno e la notte e tuttavia, come si sa, il sole e la luna si rincorrono da millenni e loro? Riusciranno a incontrarsi? Non ci resta che seguire “L’Allieva”.
Dal 27 settembre ti vediamo nuovamente su Rai1 con “L’Allieva”. Perché hai detto di sì a questa fiction?
Quando il regista, Luca Ribuoli, mi ha chiamato era già da molto tempo che volevamo lavorare assieme. Mi hanno consegnato le sceneggiature e io ho cercato subito di leggere più che potevo dei romanzi di Alessia Gazzola; a quel punto, mi sono talmente divertito a immaginarmi Claudio Conforti che ho detto sì senza riserve.
Ci racconti chi è “L’Allieva”?
Alice Allevi è una specializzanda in medicina legale molto brillante, anche se pasticciona; è una ragazza con un intuito fuori del comune, tesa ad empatizzare con le storie di chi purtroppo non c’è più. Considera la sua professione come un’occasione per restituire giustizia a chi ha perso la vita, e questo la porta a oltrepassare spesso i limiti deontologici. La vedrete agire più come una detective che come una dottoressa, ed è questo che manda in bestia il caro C.C. (il quale però si fa trascinare spesso dall’entusiasmo della sua allieva).
Interpreti Claudio Conforti. Come ti sei preparato per questo ruolo?
Ho letto i libri di Alessia e ho riguardato alcune serie utili per mettere a fuoco il genere, Grey’s anatomy in primis. Poi, come sempre nei lavori che faccio, ho cercato semplicemente di cavalcare l’onda del divertimento che provavo pensando a questo personaggio: sia nei romanzi che nelle sceneggiature C.C. mi ha sempre fatto molto ridere.
Chi è Claudio Conforti?
C.C. – come lo si chiama spesso nei romanzi e come lo chiamano le sue numerose ammiratrici – è un vero “bastardo”. Nel senso che ha un punto di vista disincantato e fondamentalmente egocentrico sulla vita in generale e sui sentimenti. È anticonformista e ama molto il suo lavoro, un lavoro in cui eccelle in virtù delle capacità fuori dal comune di cui è dotato. È questa sua straordinarietà professionale, credo, che costruisce il vero legame tra lui e Alice: i due si riconoscono come due esseri con un occhio “diverso” rispetto a tutti gli altri. Ciò che li divide è la visione che hanno della vita e dell’amore; lui si diverte a stuzzicarla sadicamente, ma in realtà tenta così di avvicinarla e a suo modo di corteggiarla. La cosa che lo rende diverso da un altro “sadico” che ho interpretato, l’Enrico Vinci di “Non dirlo al mio capo”, è la costante gigioneria: Conforti gode a stare al centro dell’attenzione, è espansivo quanto Vinci è introverso e silenzioso (infatti sorride molto di più!), e soprattutto a differenza dell’Avvocato di cui è “cugino” (ho finito di girare “L’allieva” il giorno prima di iniziare le riprese di “Non dirlo al mio capo”, e fra le due storie ci sono delle analogie importanti) non ha alcuna voglia di cambiare! Si piace così com’è, davvero; neanche il sentimento per Alice lo spingerà alla “redenzione”!
Vesti i panni di un medico legale e nella realtà eri davvero riuscito a superare il test di medicina ma hai preferito intraprendere la carriera artistica. Hai mai avuto ripensamenti? Come dovrebbe essere per te un buon medico?
Mi è capitato spesso di pensare a come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto il medico; credo che mi sarebbe piaciuto molto. Quando ho deciso di provare a fare l’attore quello che soprattutto volevo evitare era il rischio di vivere col rimpianto di non aver provato a seguire quella che sentivo essere la mia vera vocazione; non fu per scarsa considerazione della medicina che abbandonai l’idea di iscrivermi a quella facoltà, quindi… anzi! Ritenevo, e lo ritengo ancora, che si debba scegliere di curare le persone solo se si è veramente decisi a dedicare totalmente la propria vita a quello scopo. Io avevo la testa impegnata da un altro desiderio, e lasciai il campo a gente più motivata di me.
Conforti è sicuramente uomo molto rigoroso e razionale, tanto da apparire però molto spesso anche freddo e cinico. Sarà sempre così?
Beh, non cambia molto il proprio carattere per amor suo, anzi. Una cosa bella succede: aprirà ad Alice , a suo modo, il cuore, pur restando quello che è. Mi auguro che quando gli spettatori assisteranno a quel/quei momenti si “commuovano” come è capitato a me recitando.
Hai qualcosa di simile ma anche di diverso con Conforti?
Sono una persona spiritosa e so essere divertente, ma lo sprint acido di Conforti mi manca! Della sua particolare forma di cattiveria, ammiro la leggerezza e il fatto che si diverte molto a “interpretare sé stesso”: in questo somiglia al Dottor Cox di Scrubs!
Essendo il suo mentore, Claudio insegnerà molto ad Alice, ma viceversa?
Alice cambia la vita di C.C., cambia il suo mondo affettivo: quello con lei diventa il legame più importante per lui. Per uno che nella vita ha solo se stesso è un bel mutamento, no?
A metà strada tra il giallo e la commedia sentimentale, Alice è il ritratto di una ragazza di oggi, sognatrice ed entusiasta, alle prese con le proprie difficoltà nel mondo lavorativo e sentimentale. Secondo te, oggi come oggi, è meglio essere più sognatori oppure realisti? E in un Paese come l’Italia?
Bisogna essere sognatori, assolutamente, ma con una grande carica realistica: altrimenti i sogni non si avverano mai. In questo Alice è davvero interessante, perché è solo apparentemente fragile: in realtà è determinata e capace, come tantissime giovani lavoratrici e tanti giovani lavoratori del cosiddetto Cognitariato italiano, un esercito di giovani altamente specializzati e dal grado elevatissimo di istruzione che faticano ad essere assorbiti dal mondo del lavoro nostrano, trovando più spazi all’estero. Credo che si dovrebbero scrivere e produrre più commedie ricalcate, come “L’Allieva”, sulla condizione dei giovani lavoratori di oggi: si creerebbe una consapevolezza più diffusa dei problemi che affrontano ogni giorno. I giovani hanno bisogno di un sostegno meno “affettivo” e più razionale, da parte delle generazioni precedenti, della società e delle istituzioni. Piangergli addosso serva a ben poco.
Dopo “L’Allieva”, dove ti vedremo?
Dal 26 ottobre al 20 novembre al Teatro Argentina di Roma con “Ragazzi di vita” di Pasolini, regia di Massimo Popolizio. Poi in aprile sempre a teatro, alla Pergola di Firenze, con “Istruzioni per non morire in pace”, l’ultimo fortunato spettacolo della mia compagnia, Carissimi Padri. Inoltre fra qualche mese andrà in onda “La porta rossa”, una bellissima serie noir che ho finito di girare a luglio per la Rai; quella sarà davvero sorprendente, credo, dato il panorama classico della nostra tv generalista. Interpreto il protagonista, il commissario Leonardo Cagliostro, che è un fantasma!
E poi il cinema sta rientrando nella mia vita, cosa di cui sono molto contento e di cui non dico molto… per scaramanzia!
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