“Il dolore è solo di chi ce l’ha”. A dirlo èTeresa Vitolo che nella tragedia di Sarno (Salerno) del 1998 perse il marito ed un figlio con l’abitazione spazzata via dalla furia del fango. Una tragedia che portò via la vita di 137 persone.
Oggi a Sarno, una cerimonia ha ricordato quell’immane tragedia che ha cambiato per sempre la sua storia. Teresa a stento trattiene la commozione. “Più si va avanti – dice – e più accorgo che è difficile vivere senza i propri affetti con i quali ti nutri quotidianamente e prosegui il cammino della vita. Mi è rimasto solo un figlio e vivo solo per lui”.
Teresa Vitolo a Sarno è diventato un punto di riferimento. Tante le battaglie condotte in questi anni per garantire un tetto a quanti lo avevano perso.
“Era giusto battersi – dice – sulla mia pelle ho provato il dolore, ho capito cosa significa la tragedia. Quella sera – racconta – sono rimasta solo con mio figlio e tutto ciò che, assieme a mio marito, avevamo costruito, è stato spazzato via in un attimo dal fango che arrivava dalla montagna. Basti solo pensare – sottolinea – che mi erano rimasti solo gli abiti che indossavo quel giorno. E stata dura, durissima, ma ce l’ho fatta anche se quando poggi la testa sul cuscino il pensiero va sempre li”.
A distanza di sedici anni quelle ferite, quindi, non si sono rimarginate. Stamattina nella Chiesa madre di Episcopio, il vescovo di Nocera-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, ha celebrato una messa in suffragio delle vittime, alla presenza delle autorità locali, di alcune studentesche, e dei familiari di quanti persero la vita. Mons. Giudice si è rivolto soprattutto ai giovani esortandoli a rispettare la natura. “Bisogna imparare a rispettarla – ha detto nell’omelia – se non lo abbiamo fatto dobbiamo tutti chiedere perdono al Signore”.
In serata ci sarà la fiaccolata che dopo aver percorso le strade, teatro della tragedia, raggiungerà l’ex ospedale Villa Malta dove morirono medici e degenti, tra cui alcuni bambini.
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