Venti gruppi di ricerca, 250 ricercatori e un incubatore di imprese (di cui una, la Oikaros, leader nella produzione di vaccini, ceduta lo scorso anno alla Glaxo per 250 milioni di euro).
Grandi numeri per il Ceinge, il centro di ricerca d’eccellenza sulle biotecnologie avanzate sorto a Napoli come un piccolo laboratorio universitario, che compie dieci anni di attività.
Di strada ne ha fatta il Ceinge in questi anni, come dimostra il fiore all’occhiello di un grande centro di diagnostica molecolare per università, ma il pensiero è rivolto al futuro per il quale si pensa alla nascita di una fondazione che lo privi di quello status di partecipata in comproprietà tra Enti locali, Università e Camera di Commercio. Una veste che comincia ad andare un po’ stretta.
Per celebrare la ricorrenza ha preso il via a Napoli una tre giorni che mettera’ a confronto numerosi scienziati, tra cui il premio Nobel Aaron Ciechanover, il direttore del Tigem Andrea Ballabio, l’oncologo Carlo Croce, il matematico Mauro Ferrari, fondatore delle nanobiotecnologie a livello mondiale, e tanti altri provenienti da tutto il mondo.
Sarà l’occasione per fare il punto sul cammino percorso, ma anche per tracciare le linee dei prossimi dieci anni. Come spiega il presidente del Ceinge, Franco Salvatore: ”Il mio auspicio è che il Ceinge possa diventare una istituzione piu’ stabile – dice – per tenere in Italia i suoi ricercatori piu’ bravi e attrarne da fuori. La fondazione potrebbe essere lo strumento giusto. Ne stiamo discutendo in Cda e in assemblea: ma ce ne sono anche altri che possono essere meglio di una partecipata. Oggi le partecipate sono viste solo come una fonte di spreco, come qualcosa di maleodorante e noi non vogliamo essere una istituzione maleodorante. Vogliamo voltare pagina”.
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