Bisogna scavare nel cuore di ognuno di noi per capire quanto sono speciali i ragazzi di Secondigliano, e più in generale delle periferie di Napoli. Ogni volta che mi viene concesso il privilegio di trascorrere qualche ora in classe con loro (in questo caso sono i ragazzi del “Vittorio Veneto”) sento che davvero sono il più prezioso capitale che possiede questa città.
Mi hanno commosso (fino a piangere dentro) quando hanno proiettato il video della loro performance all’istituto di Storia Patria nel Maschio Angioino, dove per interpretare, per dare forma al sentimento della “INQUIETUDINE” (era il tema da trattare), loro hanno scelto di leggere pagine del libro “Monnezza di Stato” che ho scritto assieme al professor Antonio Giordano.
Non ne sapevo nulla, e per questo ero ancora più felice. Gli altri istituti superiori napoletani avevano scelto Dante, Petrarca, Pascoli, loro hanno voluto manifestare l’inquietudine attraverso il libro che abbiamo scritto col cuore io e Antonio Giordano.
Evidentemente benché io mi senta una nullità rispetto ai grandi della letteratura italiana mi sono commosso quando ho visto e sentivo i ragazzi del “Vittorio Veneto” di Secondigliano recitare in un luogo (Il Maschio Angioino) che evoca storia e magnificenza di Napoli pagine di Monnezza di stato. Le terre dei fuochi nell’Italia dei veleni.
Con questi ragazzi abbiamo discusso della tragedia ambientale, della catastrofe sanitaria, della inanità e della compromissione dello Stato malato con la camorra nell’affare criminale. E abbiamo ovviamente convenuto che la denuncia, il mettere in piazza questo dramma non vuole dire voler male alla Campania, anzi significa volere la verità, pretendere giustizia, esigere da quello Stato malato che è andato a braccetto con i camorristi la bonifica dei suoli insozzati, delle falde acquifere inquinate, delle nostre coscienze avvelenate.
Il modello di denuncia della Campania è positivo. I ragazzi di Secondigliano l’hanno capito. Loro sono l’arma migliore di Napoli per cambiare il destino di questa città. Io credo che anche grazie alla scuola pubblica, agli insegnanti missionari di queste scuole, abbiamo buone chance per il futuro.
Mi viene da dire, e chi mi conosce sa che lo dico da sempre, che le periferie sono il vero centro, il cuore di Napoli. Chi non l’aveva capito, chi l’ha rifiutato questo concetto semplicissimo, stava condannano Napoli all’emarginazione.
Voglio ringraziare tutti i ragazzi del “Vittorio Veneto”, Salvatore Testa, la prof Giovanna Ruotolo, tutti gli insegnanti. E speriamo che oggi come domani si possa concedere a questi ragazzi le chance che meritano.
Mi rivolgo sopratutto a quei politici accorti e intelligenti nelle istituzioni che queste cose non solo le hanno capite, non solo le predicano ma le praticano. Vedi l’assessore Alessandra Clemente che (quale che sia il suo colore politico, che per me è ininfluente) ha compreso da sempre che il futuro di Napoli, il capitale umano su cui investire sono i ragazzi. Tutti i ragazzi, ma soprattutto quelli delle periferie.