La tecnologia anti-goal fantasma che sarà introdotta sui campi di calcio delle prossime partite della Confederation Cup in Brasile sarà un inganno per i tifosi convinti dell’infallibilità dei nuovi sistemi. In un editoriale pubblicato su Nature, il giornalista scientifico e tifoso dello Sheffield Nic Fleming mette in guardia sui possibili pericoli di confondere la realtà con le immagini generate dai sistemi di analisi computerizzata e spiega come le attuali tecnologie impiegate abbiano comunque margini di errore.

Delle possibili soluzioni, tecnologiche o no, per eliminare possibili contestazioni di goal fantasma si parla da molti anni e ora, per la Confederation Cup e per il prossimo campionato inglese, si è finalmente deciso di adottare tecnologie ‘definitive’, come hanno spiegato i vertici delle federazioni. Un vero ‘inganno’, secondo Fleming, in quanto le tecnologie scelte hanno invece un inevitabile margine di errore di pochi millimetri, che con il pallone in velocità può arrivare a 3 centimetri.

Non esistono sistemi di misura privi di errori e in questo modo non faremo altro che perdere una grande opportunità per educare la gente sul ruolo dell’incertezza nella scienza. Ancora più grave è inoltre per Fleming è l’utilizzo ‘disinvolto’ dei falsi fotogrammi elaborati dai pc, come ad esempio nei replay del tennis.

In un periodo in cui l’elaborazione delle immagini diventa sempre più facile e realistica è auspicabile anche una maggiore trasparenza etica, come ad esempio specificare i fotogrammi ‘manipolati’ o indicare margini di errore. “Il calcio è semplicemente un gioco ma è un buon posto da cui iniziare“.