“Un bar senza slot ha più spazio per le persone“.
È questo lo slogan di un flash mob che è stato organizzato oggi, a Sassari, in Sardegna, per dire no alle slot machine nei locali in cui la gente, anziché concentrarsi e sperperare denaro, dovrebbe rilassarsi e chiacchierare.
E, per l’occasione, è stata consegnata dal movimento cittadino ‘Sassari no slot’, nato su Facebook, la targa a un giovane di 31 anni, Nanni Masala, gestore dal 2014 dello storico Bar Università, perché ha deciso di togliere le due slot machine che erano presenti nel locale e di mettere al loro posto una libreria con vecchi vinili.
Il motivo? Lo ha spiegato lo stesso Masala a La Nuova Sardegna: “Ho sempre avuto un’idea diversa del bar e così quando a gennaio di due anni fa ho preso la gestione del locale, ho deciso di eliminare quelle due macchinette che nella mia idea di caffetteria stonavano e al loro posto ho messo una libreria e creato una saletta relax”.
Il 31enne ha, inoltre, raccontato che “dopo tanti anni di lavoro, avevo capito che rinunciare alle macchinette e di conseguenza ai malati di slot machine avrebbe solo migliorato l’ambiente“.
Ma, prima di potere togliere le due macchinette, il giovane sardo ha dovuto aspettare sei mesi: “Purtroppo c’era un contratto con il monopolio e ho dovuto attendere che scadessero i termini, altrimenti avrei dovuto pagare una penale”.
Di certo una scelta da applaudire in un Paese come il nostro in cui c’è una slot machine ogni 143 abitanti, un record europeo, senza dimenticare il giro d’affari: 15 miliardi di euro per le società che gestiscono i giochi e 4,8 per lo Stato.
Un primato che ha una drammatica conseguenza: l’aumento di coloro che soffrono di ludopatia, un male dannoso sia per se stessi che per le famiglie perché, oltre al disagio psicologico, c’è anche quello economico.
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