E’ guerra aperta della Regione Puglia contro il gioco d’azzardo patologico. L’ente è intervenuto con una proposta di legge sulla “ludopatia”, malattia che secondo il Ministero della salute può anche arrivare a distruggere la vita. Dopo l’imprenditore di Bari che, per questioni di coscienza, ha rinunciato alle slot machine togliendole dal suo bar, la Regione fa un passo avanti portando una norma in Consiglio regionale che impone alle sale da gioco una distanza di sicurezza di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali, luoghi di culto e centri di aggregazione giovanili.
Il primo firmatario della proposta di legge è il capogruppo consiliare de “La Puglia per Vendola”, Angelo Disabato. L’iniziativa prevede anche l’obbligo per i gestori di sale da gioco di affiggere o distribuire materiali informativi sui rischi connessi al gioco d’azzardo. E’ vietata, inoltre, ogni attività pubblicitaria relativa all’apertura di sale da gioco. È prevista la nascita del marchio ‘Libero da slot Regione Puglia’ che consente alla Regione e ai Comuni di premiare i titolari di esercizi commerciali o i gestori di circoli privati che scelgono di non istallare nei propri esercizi le apparecchiature del gioco d’azzardo.
Tra le altre attività inserite nella proposta di legge, si parla di corsi di formazione predisposti dalle Asl per il personale e gli esercenti sui rischi del gioco d’azzardo patologico e dell’attivazione di un numero verde per fornire primo servizio di ascolto e consulenza. Nel testo di legge sono state inserite anche sanzioni amministrative pecuniarie ai trasgressori. La proposta, infine, affronta l’aspetto del trattamento terapeutico. “All’interno dei Dipartimenti delle dipendenze patologiche presenti nelle Aziende sanitarie locali – ha spiegato Disabato – è prevista l’istituzione di unità operative sulla ludopatia, oltre alla nascita di un Osservatorio regionale, quale organo di consulenza del governo regionale”. Commenti positivi alla proposta di legge sono arrivati dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, che la giudica “un’iniziativa legislativa di grande rilievo sociale, che viene incontro alle preoccupazioni di cittadine e cittadini, di mamme, papà e famiglie, per una vera malattia, quella del gioco compulsivo, che colpisce le fasce più deboli ed esposte della popolazione, per età, situazioni di debolezza, condizioni sociali ed emotive”.
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