”Io sono per i campi di lavoro, non per guardare la tv. Chi è detenuto sotto il regime del 41 bis coltivi la terra se vuole mangiare. In carcere si lavori come terapia rieducativa”.
Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, durante un ‘audizione in Commissione Diritti umani in Senato. ”Il tossicodipendente deve lavorare otto ore al giorno, perché un altro può stare 10 ore davanti tv? Occorre farli lavorare come rieducazione, non a pagamento. Se abbiamo il coraggio di fare questa modifica, allora ha senso la rieducazione. Ci sono capi mafia di 60 anni che non hanno mai lavorato in vita loro. Farli lavorare sarebbe terapeutico e ci sarebbe anche un recupero di immagine per il sistema”.
”Attualmente i detenuti in regime di 41 bis sono distribuiti su 12 carceri e questo è già un’anomalia: avere 12 carceri, con 12 direttori e con 12 interpretazioni diverse sul 41 bis non va bene. Dovremo cercare di costruire 4 carceri per concentrare tutti i 41 bis, avere 4 direttori specializzati e studiare”.
Gratteri ha poi sottolineato che per ”far funzionare il 41 bis servono soldi e non ci sono, dovremo cercare di essere seri e fare tagli dove ci sono da fare, finora ci sono stati solo tagli lineari: servono 4 carceri nuove per i 41 bis”.
Ed ha quindi aggiunto: ”Perché non si riaprono le carceri di Pianosa e dell’Asinara chiusi nel 1994? Quando si riparlerà di sovraffollamento, voglio vedere che partito politico parlerà della riapertura di queste carceri. ‘I 41 bis oggi sono 750 ma il sistema non può gestire più di 500. Limiterei il numero dei 41 bis, ma per quelli che sono in questo regime di detenzione, dovremmo stare più attenti. Dobbiamo pensare a un 41 bis che funzioni veramente, dobbiamo essere seri e severi sull’applicazione su chi è veramente pericoloso”.
Ha concluso il magistrato: ”Nel momento in cui c’è un colloquio bisogna guardare la mimica facciale, i segni che il detenuto fa ai parenti con braccia e mani. Ci vuole un Gom esperto, non è una cosa semplice. C’è sovrannumero di 20 mila militari nell’esercito. Potremmo istruire ogni mese 20 di loro per Gom. Diminuiamo poi la polizia penitenziaria a via Arenula, ce n’è assai”.
Uno dei problemi dei colloqui, ha concluso, “riguarda anche il caso in cui ‘la moglie del detenuto è anche avvocato: quel colloquio non si registra. Il legislatore ha il dovere di intervenire su questo vuoto enorme di cui nessuno parla. In Calabria ci sono una decina di casi”.
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