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Gentile: Emiliano sotterri l’ascia di guerra e pensi alla Puglia
13 Mag 2016 08:35

La Puglia di Vendola ha speso bene le risorse comunitarie promuovendo un nuovo welfare, sostenendo il sistema d’impresa, liberando le energie dei giovani, rigenerando le città piccole e grandi e rivitalizzando il patrimonio artistico e culturale. Per questo il Governo ci premia, altro che taglio di risorse. Ma al Presidente della giunta regionale proprio non va giù di riconoscere i meriti altrui ed ha occupato buona parte del suo tempo all’opera (non meritoria) di demolizione del (suo stesso) passato pur avendone ereditato risultati importanti ed una “cassetta degli attrezzi” ricca di strumenti, di opportunità e di risorse.

Concordo con la scelta del Governo e del presidente del Consiglio di sottoscrivere un patto con le regioni del Sud per accompagnare la crescita e lo sviluppo. Dunque non solo risorse ma una idea di policy e di governance dentro la nuova cornice della programmazione comunitaria che mette a valore la scelta strategica della macroregione ionico adriatica.

Una nuova stagione dunque di politiche per il mezzogiorno dentro l’Europa. Una stagione di impegno ma anche di entusiasmo che dovrebbe vedere l’intera filiera istituzionale dall’Europa ai comuni del mezzogiorno lanciare la sfida per il proprio futuro. Emiliano invece arretra, isolandosi sempre più nella imbarazzante contrapposizione dell’uno contro tutti. Se l’atteggiamento non muterà il danno che ne conseguirà per l’intera regione ed anche per il Mezzogiorno sarà irreparabile.

Nel frattempo il presidente della città metropolitana di Bari, Antonio Decaro, porta a casa un risultato importante per il suo territorio mentre il governo regionale balbetta, senza aver costruito una visione per lo sviluppo. Al palo il piano di riordino ospedaliero, bocciato dal ministero del quale nessuno ha notizie, mentre i lavoratori attendono risposte, non spot elettorali.

La spesa dei fondi comunitari è anch’essa al palo. Soffre della decisione di destrutturare l’amministrazione regionale cancellando un modello organizzativo che aveva dato buona prova di se mortificando storie, competenze che hanno fatto raggiungere alla nostra regione il traguardo della spesa comunitaria tra le più alte d’Italia (93%). Ad un anno ormai dall’insediamento ai nastri di partenza sono arrivati pochissimi bandi nonostante la piena disponibilità delle risorse della programmazione 2014-2021 già dal luglio 2015.


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