La chiamano la ‘crema del re’. Perché, per capire il gusto della ricetta del gelato artigianale, bisogna tornare indietro sino al 1840. Al Regno delle Due Sicilie e a re Ferdinando II. Siamo a Napoli: il pasticcere alla corte del regno, riceve un encomio per la sua cremolada direttamente dal re Borbone Quella stessa ricetta viene poi tramandata di padre in figlio, fino a quando il nipote del pasticcere (siamo agli inizi del ‘900) offre il suo contributo aumentando la notorietà del bar più celebre di Napoli, il Gambrinus.
E’ proprio lì che avviene l’incontro con Luigi Marseglia, ruvese d’adozione, zio del nonno della dinastia Paparella, nonché ereditiere della ricetta della famosa “crema del re”. Il richiamo dell’amore per la sua sposa di Ruvo di Puglia lo fa approdare nella cittadina del Barese ed è qui che Marseglia apre il suo Caffè Gambrinus. Senza prole, prende a cuore Vincenzo senior e gli insegna il mestiere. Nasce così, l’8 novembre 1967 in Corso Carafa a Ruvo di Puglia il Bar Mokambo, ad opera dell’imprenditore Vincenzo Paparella.
Mezzo secolo dopo, il Mokambo celebra le sue nozze d’oro con il gelato. E lo fa in grande stile: con una festa nella sua sede – ora in via Rosselli 29 – e la degustazione di Puro Reale, il gusto pensato per i 50 anni, con l’innovazione di processo attraverso una nuova macchina.
La tradizione di famiglia ora è portata avanti dai fratelli Vincenzo e Giuliana Paparella (la quarta generazione di imprenditori). E si gode qualche successo: la gelateria è infatti prima nella categoria “Pasticcerie e Gelateria” e “Ristoranti” su TripAdvisor in provincia di Bari su oltre 3000 attività commerciali.
Con la forza dei prodotti locali. “I nostri punti fermi – assicurano -: nessun semilavorato, solo latte crudo della Murgia appena munto (provenienza Altamura, Parco nazionale dell’Alta Murgia – Az. Agr. Santa Maria dell’Assunta), uova fresche di produzione locale, zucchero, aromi naturali”. Per un ‘gelato da re’.
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