Pochi giorni fa, qui, abbiamo dato la notizia del primo Gay Pride in Basilicata, con tanto di spot e madrina d’eccezione (Vladimir Luxuria).
Oggi, invece, parliamo di quello di Cosenza, perché l’amministrazione comunale ha deciso di non patrocinare l’evento, dissociandosi dalla manifestazione.
Il motivo espresso attraverso una nota: “Abbiamo sempre sostenuto nei fatti le battaglie contro le discriminazioni sull’orientamento sessuale. Promuovendo iniziative nelle scuole e attivando progetti mirati al rispetto dell’identità di genere e all’educazione sentimentale. Consegnando all’Arci Gay di Cosenza dei locali all’interno della Casa delle Culture perché ne facessero la loro sede d’incontro, di discussione e di partecipazione. Siamo sostenitori della cultura della tolleranza e della non discriminazione. Continuiamo a ritenere che il consolidamento di una cultura non-sessista passi attraverso il rispetto del vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, o ad entrambi. Non ci convince però la spettacolarizzazione della preferenza sessuale spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche. Il nostro Gay Pride ricorre 365 giorni all’anno”.
“Per questi motivi – continua la nota – e soprattutto per rispetto alle perplessità rappresentateci, in tal senso, da gran parte dei tanti amici gay che vivono con serenità la propria quotidianità sessuale in una città aperta e tollerante quale è Cosenza, preferiamo come Ente Locale non patrocinare l’iniziativa del Gay Pride. L’innovazione si misura attraverso la capacità di superare luoghi comuni e consuetudini. In questo il senso, il Gay Pride è paradossalmente figlio di una cultura paradigmatica e conservatrice. Cosenza è una città laboratorio di innovazione non di conservazione. Per noi e per la comunità cosentina è naturale concepire la coesistenza di persone che sono uguali in ogni loro sfaccettatura. È un passaggio fondamentale per comprendere come la parità di diritti e doveri sia scolpita nella cultura di una città che non va a sindacare negli orientamenti sessuali individuali. Diamo il benvenuto agli amici gay che parteciperanno alle diverse manifestazioni previste in città e restiamo disponibili per condividere e patrocinare altri eventi che promuovano i concetti di tolleranza e di lotta ad ogni discriminazione”.
Non si è fatta ovviamente attendere la replica del Comitato Pride:
“Dopo due mesi di attesa di una risposta ufficiale – mai pervenuta – e incontri richiesti e mai concessi, come Comitato Pride apprendiamo da una nota sul sito web che il Comune di Cosenza non concederà il patrocinio al Pride Cosenza del 1 luglio. Ci chiediamo come mai il Comune di Cosenza non abbia articolato le stesse perplessità in occasione del patrocinio concesso al Calabria Pride svoltosi a Reggio Calabria – primo Pride calabrese – nel 2014. Forse il patrocinio in un territorio diverso solleva un’amministrazione da precise responsabilità politiche e critiche interne. Responsabilità politiche che non possono esaurirsi in azioni estemporanee.
La stessa sede è stata peraltro concessa ad Arcigay nel 2002, ben prima che questa amministrazione si insediasse. In ogni caso, nel 2017, le stesse istituzioni dovrebbero continuare a dimostrare – concretamente, costantemente, e non attraverso slogan – sostegno alle battaglie di civiltà e contrasto a ogni forma di discriminazione. In questa nota il Gay Pride viene testualmente definito “una modalità sterotipata e conformistica”, in linea di continuità con ben noti e diffusi discorsi e cliché conservatori. Informiamo il Comune di Cosenza che il Pride mira a una riappropriazione delle identità omosessuali, in grado di trasformare lo stigma in orgoglio – in privato come in pubblico – rivendicando a testa alta la propria dignità.
L’innovazione è sinonimo di cambiamento esplicito, non di normalizzazione e omologazione. Il cambiamento si persegue con politiche non di tolleranza, ma di inclusione, rispetto e giustizia verso tutti e verso tutte. La richiesta di patrocinio è stata corredata da un documento politico che indicava il senso e le finalità di questo Pride, rispetto al quale eventuali perplessità avrebbero potuto essere affrontate in un eventuale quanto necessario incontro. Il Pride, che non si esaurisce nelle nostre intenzioni nella parata conclusiva del 1 luglio, è già iniziato, con eventi di importanza informativa, scientifica e culturale, che proseguiranno con un ricco programma fino al 1 luglio.
Il programma è pubblico, sostenuto da enti locali, realtà associative e accademiche. Soggetti che non hanno rilevato alcuna spettecolarizzazione fine a se stessa, ma momenti di confronto, altrettanto importanti di quelli che il Comune sembrerebbe portare avanti in non meglio precisate attività, iniziative e progetti. In attesa di una risposta ufficiale al Comitato Pride, evidenziamo che evidentemente non siamo stati riconosciuti come soggetto politico legittimato a dialogare con il Comune. Le autorizzazioni, regolarmente concesse dai soggetti preposti, ci consentiranno di portare avanti le attività del Pride, anche senza alcun sostegno dell’amministrazione comunale”.