Nel Comune di Gioia dei Marsi (AQ), nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stata ritrovata in fin di vita una femmina di 5/6 anni, priva di cuccioli, che è morta di lì a poco mentre il personale del Parco cercava di curarla.
Viene così inferto un altro duro colpo alla speranza di salvare dall’estinzione questo animale unico. Sembra incredibile che nel 2014 l’Uomo non sia in grado di salvare dall’estinzione una specie come l’Orso. Ad ogni animale rivenuto morto ci sono le solite dichiarazioni di rito, ma poi tutto torna come prima. Nessun colpevole è stato individuato per le decine di animali uccisi da fucilate o bocconi avvelenati o lacci.
Purtroppo va registrata la mancanza di una risposta concreta ed efficace da parte delle Istituzioni che non sembrano in grado di scongiurare questa estinzione annunciata con azioni significative.
Non si conoscono ancora le cause della morte di quest’ultimo animale. Ma la sostanza non cambia. Se le analisi dovessero accertare che ancora una volta è stato il veleno a causare il decesso, servirà una forte azione repressiva, fino ad oggi mancata.
Se invece gli accertamenti faranno emergere che si tratta di una patologia infettiva anche in questo caso servirà una svolta radicale nel modo di gestire il territorio dell’areale dell’Orso e le attività umane che vi si praticano, dove una zootecnia sempre più incontrollata ha bisogno di nuove regole più stringenti. È evidente ormai che senza un’azione decisa e puntuale che faccia piena luce su tutto questo non si riuscirà mai ad arginare il fenomeno.
Monitoraggi e controlli sanitari devono rappresentare un momento importante ed imprescindibile dalla attività di conservazione dell’Orso, come il LIFE Arctos (http://www.life-arctos.it/home.html), progetto di conservazione per l’Orso finanziato dall’Unione Europea, ha richiesto alle Istituzioni interessate tra cui la Regione Abruzzo ed i Ministeri competenti.
Inoltre occorre affrontare una volta per tutte la necessità di adeguare monitoraggi e conoscenze agli obiettivi di conservazione che non sono uguali ovunque.
Per la conservazione dell’Orso bruno marsicano è necessario che il Ministro dell’Ambiente e le Regioni interessate mettano in campo azioni decise e concrete. Facciano funzionare e rispettare gli impegni assunti con la preparazione e la sottoscrizione del PATOM, Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano, e nei riguardi della comunità internazionale.
Se per salvare l’Orso vi è bisogno di un’attività investigativa seria, maggiore controllo del territorio, approfondimenti sanitari, campagne di vaccinazione, sospensione di concessioni per il pascolo e divieti per una zootecnia inadeguata e senza regole, queste azioni devono essere fatte ora, non quando non ci sarà più niente da fare per l’Orso.
Si tratta di una popolazione di orsi con caratteristiche genetiche e comportamentali uniche al mondo che non possiamo permetterci di perdere.
Il bracconaggio e la mancata corretta gestione del territorio e delle reali emergenze per la tutela di questa specie stanno mettendo a serio rischio di estinzione l’ultima e unica popolazione al mondo di Orso bruno marsicano, un pezzo importantissimo del nostro patrimonio naturale, simbolo non solo del Parco, ma di un intero territorio!
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