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Felicità? Ecco il vecchio indirizzo
15 Mag 2015 08:15

“Come era bello partire senza meta, un tempo. Come era bello partire con pochi soldi e con la 112 di papà. Si andava in costiera Amafitana, ci si spingeva in Calabria fino a Praia a Mare, qualcuno scendeva a Tropea.”

“E la montagna? Ricordi Lago Laceno? Campitello? Roccaraso? Quegli sci fittati con gli scarponi? Quelle curve a spazzaneve?”

“Si, le Toppe del Tesoro, quell’ovovia rossa e poi dipinta d’azzurro? Quegli ovetti piccoli piccoli, che contenevano due persone stentatamente?”

“E poi quelle corse sul Gargano sulla Vespa, verso Peschici. Quelle scale che scendevano a mare, quel centro storico, gli amici che venivano da Foggia a trovarci. E poi una puntata a Lido del Sole, dove erano i due casertani, li ricordi?”

“Come erano belle le vacanze al Sud nei nostri vent’anni. Le scorribande a Manfredonia, Termoli, Vasto, San Salvo, alla ricerca del ristorantino dal pesce più fresco.”

“E quelle passeggiate per via Caracciolo, Piazza San Pasquale, Piazza Vanvitelli, Via Scarlatti, gli scalet di Posillipo, la gelateria La Scimmia, la pasticceria Scaturchio.”

“A volte si andava anche in treno, con la Vespa parcheggiata nel garage di un amico, per fare i venti chilometri che ci separavano dalla stazione.”

“Eravamo felici. Nessuna preoccupazione. Niente fabbriche che chiudevano, nessun papà senza un lavoro e la speranza, la speranza che le cose migliorassero sempre di più e che il Sud divenisse come il Nord.”

“Che pensieri ingenui e che illusioni. Cercavamo di scimmiottare la moda dei paninari di Piazza San Babila. Cercavamo di scimmiottare i ‘pariolini’ di Roma.”

“Già, Roma. Con via Condotti che conduceva alle grandi firme. Con quei negozi. Ricordi Beltrami?”

“Ricordo quelli di via del Corso.”

“Quando si andava a Roma si notava quanto fosse immensa. Sembrava cinque volte Napoli. Stucchevole. E poi si tornava la sera, con qualche souvenir. Un paio di guanti, un portachiavi, nel migliore dei casi un lp.”

“Ma eravamo più felici dei giovani di ora. Anzi, credo che i giovani di ora non sappiano nemmeno cosa sia la felicità. Prima avevamo poco è c’era il gusto di andare. Prima duecento chilometri era come andare ora a Londra.”

“Prima, sessanta chilometri con una Vespa, somigliavano ad una partenza odierna per Amsterdam.”

“Questo mostra la relatività del pensiero. Non ci allontanavamo da casa e sembravamo viaggiatori.”

“Si eravamo viaggiatori e ci godevamo il Sud, la sua bellezza paesaggistica, visitando i suoi posti più inaccessibili.”

“Ora i viaggi low cost hanno rotto l’incamtesimo. Sembra che per una generazione intera il Sud sia scomparso. Ora si va a Sharm El Sheik.”

“Ma quanto vale questo luogo rispetto ad una spiaggia della Puglia Jonica?”

“Secondo me niente.”

“Pensa che ad un mio amico hanno regalato un viaggio alle Maldive. E’ sceso dall’aereo ed è stato quindici giorni ad annoiarsi. Quando è tornato qui al Sud, è stato alla sua casa dalle parti di Cagliari per completare degnamente i suoi venti giorni di vacanza.”

“Ti riferisci ad Aldo?”

“Si, lui. E nato a Cremona. Ma ora è uno di noi. Uno del Sud.”


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