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Eolico, anche per la Corte dei Conti esiste un “caso Molise”

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Lo spunto l’ha dato la relazione del Procuratore Generale della Corte dei Conti del Molise, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, il proliferare dei parchi eolici in Molise non ha senso, infatti, scrive il Procuratore “l’installazione di parchi eolici e fotovoltaici, essendo la Regione Molise una di quelle, insieme ad alcune altre regioni meridionali, in cui si registra la più alta concentrazione di impianti di siffatto tipo”.

Non solo, sempre nella sua relazione il Procuratore Generale della Corte dei Conti dice anche che la produzione di energia alternativa in Molise è troppo alta, “Occorre considerare al riguardo che, a seguito della crescita esponenziale avvenuta negli ultimi anni della produzione di energia elettrica da fonti alternative in considerazione dell’elevata remuneratività dell’investimento per via dei generosi incentivi che vengono erogati (tra i più alti in Europa), si è giunti, in molte aree del paese (tra cui, per l’appunto, il Molise) a un punto tale di ipergenerazione da rendere possibile il distacco coattivo degli impianti da parte del gestore dalla rete”. 

In poche parole l’energia che il Molise produce da fonti alternative impone spesso il gestore nazionale a staccare gli impianti, e allora, ecco verificato e certificato ciò che gli oppositori dell’eolico selvaggio dicono da anni, il Molise non ha bisogno di tutto questo.

Il “caso Molise”, dunque, in considerazione del numero degli impianti installati in rapporto alla sua modesta estensione territoriale, ha assunto ormai un rilievo nazionale. “Le denunce che sono pervenute riguardano, per lo più, il danno al paesaggio causato dalla mancata osservanza, da parte del Servizio regionale deputato alla concessione dell’autorizzazione unica all’installazione e all’esercizio degli impianti, dei pareri obbligatori rilasciati dalla competente articolazione territoriale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, ovvero, in alcuni casi, della mancata acquisizione degli stessi nell’ambito della prodromica conferenza di servizi”. 

Non c’è che dire, ancora una volta e in maniera netta e tranciante, la Corte dei Conti giudica la pratica dell’eolico selvaggio, diventato tale dopo l’approvazione dell’infima legge Berardo, come inutile sperpero di denaro pubblico a favore di poche, pochissime società, che fanno man bassa dei fondi pubblici, molto alti.

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