Una linea elettrica da record che unirà la Sicilia alla Calabria e, dunque, al resto dello Stivale per mezzo di un sistema ad alta tensione.
È stato inaugurato due giorni fa il nuovo elettrodotto di Terna Sorgente Rizziconi, un vero ponte dell’energia, posato a 376 metri di profondità.
Ben 105 chilometri di lunghezza, di cui 38 di cavo sottomarino a corrente alternata, che promette 600 milioni di risparmi annui per il sistema elettrico e una capacità di 1.100 Mmegawatt.
La struttura ha avuto un costo di 700 milioni, mentre sono 700 mila le tonnellate di CO2 in meno che promette di disperdere nell’ambiente.
Il progetto è stato battezzato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha definito l’opera “un bellissimo lavoro“. Ad accompagnarlo la moglie Agnese e l’ad della società, Matteo Del Fante.
L’opera costituisce un primato tutto italiano che interessa due province, quelle di Messina e Reggio Calabria e 21 comuni (Taurianova, Roccavaldina, Torregrotta, Rizziconi, Scilla, Valdina, Oppido Mamertina, Sinopoli, Cosoleto, Saponara, Spadafora, Varapodio, Pace del Mela, Rometta, San Pier Niceto, Monforte San Giorgio, San Filippo del Mela, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Condrò, Venetico, Villafranca Tirrena).
Impegnati nell’impresa, ben 150 aziende fra fornitori e realizzatori, con un’occupazione – nei cinque anni di lavoro – di più di 2 mila persone.
“È un’opera che dimostra che siamo forti – ha commentato Renzi – C’è la consapevolezza che l’Italia è in grado di fare cose straordinarie“.
Emozionato anche Del Fante che ha voluto sottolineare come “il nuovo ponte elettrico sullo Stretto di Messina riveste un’importanza decisiva anche in relazione della strategica collocazione geografica della nostra penisola, corsia preferenziale per il futuro collegamento tra le reti del Nord Africa e quelle dell’Europa centrale”.
E se lì, non molto lontano, aleggia come un fantasma il progetto di quel ponte di pietra sullo Stretto di cui si discute ormai da anni, il premier stesso ha voluto assicurare che sarà preso in considerazione “quando si chiude la Salerno-Reggio Calabria e si dà un segnale di recupero per le strade in Sicilia“.
Solo dopo, dunque, che “che si è dimostrato agli italiani che i soldi non si buttano via, che le opere si fanno”. Non resta, allora, che attendere.