La decisione della Regione Puglia di dire ‘no’, così come aveva fatto prima ancora il ministero dei Beni culturali, al progetto di imprenditori inglesi di realizzare un resort in un uliveto secolare a Sant’Isidoro, in territorio di Nardò (Lecce), “in questo frangente non è assolutamente illogica, ma dovuta con ogni probabilità a difficoltà oggettive di attuazione di un intervento in un ambito ambientalmente oltre che paesaggisticamente sensibile, non consentito dalle norme del piano comunale vigente, al punto da dover necessitare di una variante”.
Lo sostiene in una nota la sezione pugliese dell’Istituto Nazionale di urbanistica. Nella nota si ricorda che “il territorio di Nardò è caratterizzato dalla presenza, oltre che di uliveti secolari, anche di aree protette e in particolare di siti di interesse comunitario”.
Di conseguenza “è difficile pensare che esso sia la migliore localizzazione per un resort. La stessa attività poteva essere immaginata dai finanziatori in altri ambiti con un grado di impatto più limitato”.
L’istituto manifesta inoltre “preoccupazione” per “talune semplificazioni che rischiano di far passare la Puglia come la Regione più burocratica di Italia.
E’ invece da riconoscere – conclude la nota – come oggettivamente di valore il lavoro svolto dall’assessore Barbanente (assessore regionale all’Urbanistica, ndr) nel promuovere norme, piani e iniziative nel segno di una dinamicità non facilmente riscontrabile in altre regioni”.
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