Parla di un altro anno critico per l’Ilva, ”influenzato da straordinari eventi esterni”, ma sottolinea che, nonostante tutto, la posizione finanziaria dell’azienda è rimasta ”sostanzialmente inalterata”.
Il commissario straordinario Enrico Bondi, il ‘risanatore’ chiamato a risollevare le sorti della più grande acciaieria d’Europa, fotografa la gestione dell’Ilva e delle società controllate e i lavori previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale nella prima relazione pubblicata dall’atto del suo insediamento, il 4 giugno scorso.
In un documento di 25 pagine, comprensive di grafici e allegati, pubblicate sul sito dell’azienda, Bondi fa il punto sulla riorganizzazione aziendale, sulla formazione dei lavoratori, sulla sicurezza, sulle opere di ambientalizzazione e sulla produzione. Si scopre così che a fine 2013 le vendite dell’Ilva dovrebbero chiudersi con una riduzione di 2 milioni di tonnellate di acciaio rispetto all’anno precedente.
In particolare, la produzione cala dagli 8 milioni e 300mila tonnellate del 2012 ai 6 milioni e 300mila tonnellate attuali. Il totale degli ordini per gli interventi prescritti dall’Autorizzazione integrata ambientale emessi al 26 novembre 2013 ”ammonta – scrive Bondi – a circa 457 milioni, di cui 301 milioni dall’1 giugno 2013”.
Con l’inizio degli interventi di ambientalizzazione e il calo della produzione sarebbe migliorato anche l’impatto ambientale sulla città di Taranto. ”Le rilevazioni periodiche effettuate dalla Arpa di Puglia nel rione Tamburi di Taranto, adiacente allo stabilimento Ilva, dimostrano – puntualizza il commissario – una presenza di sostanze inquinanti nell’aria significativamente inferiori ai limiti fissati dall’Unione Europea, disciplinati nella normativa italiana con il Decreto legge 155/2010”.
Affermazioni che ”non rappresentano la realtà” secondo il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli perchè ”dal 29 agosto al 10 settembre non ci sono dati disponibili dalle centraline di monitoraggio dell’aria del quartiere Tamburi per quanto riguarda gli Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) e le polveri sottili”.
Nell’ambito dell’inchiesta chiamata ‘Ambiente svenduto‘ va registrata intanto la rinuncia all’interrogatorio dell’ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso e del responsabile dell’area manutenzione meccanica delle acciaierie Enrico Bessone, tra i 53 destinatari dell’avviso di chiusura delle indagini. Il 23 dicembre i pm ascolteranno il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato.
A gennaio potrebbero arrivare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione. Intanto, il giudice civile di Taranto ha rigettato il ricorso della Fiom Cgil che chiedeva di dichiarare illegittimo il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie. Fim, Uilm e Usb evidenziano “l’ennesima sconfitta della via giudiziaria come surrogato alla lotta di classe”.
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