Anfibi e tacchi calpestano marmi e mosaici. Nelle vie romane affiorano le tubature in piombo originali, testimonianza dell’ingegneria idraulica dei Romani datata circa duemila anni. Ma la fiumana di turisti ignara la schiaccia sotto i piedi, con gusto, senza che alcuno li informi sull’offesa alla storia e all’archeologia che stanno compiendo.
Due video inseriti nel 2010 dalle Guide turistiche sul canale Radiophoto di Youtube, intitolati “Viva Pompei“, denunciano con le immagini come, ogni giorno, inestimabili reperti archeologici, l’unica vera grande ricchezza italiana, finiscono in malora. Si va dalle colmate di cemento che riempiono i pezzi mancanti del pavimento in marmo blu, bianco e rosa a mosaico del Teatro Grande, ai tasselli del prezioso pavimento della Villa dei Misteri, consumati da milioni di turisti che ogni anno strofinano suola e tacchi e portano via le tracce della storia.
Lo fanno anche attraversando i corridoi affrescati, strapazzati dagli zaini e dalle borsette, dai quali si staccano continuamente piccoli pezzi di intonaco che non saranno riparati mai più. La telecamera del videoamatore inquadra decine e decine di scarpe di ogni genere, si sofferma sui pavimenti originali del I secolo, parti delle ville ignorate nella visita dei turisti che restano incantati dalle raffigurazioni murarie o, per assurdo, indifferenti davanti a troppa bellezza.
Poi il videoamatore richiama l’attenzione sul pavimento della stanza dei riti d’iniziazione dionisiaci di Villa dei Misteri, dove i cordoni bloccano il calpestio – per evitare agli intrusi di avvicinarsi incautamente agli affreschi – ma proprio quel pavimento off limits non è più quello originario e, intanto, i turisti scattano fotografie con i flash, contribuendo al deterioramento delle antiche opere. Nessuno li ferma e, soprattutto, nemmeno un cartello li avverte che i flash sono nemici dell’irripetibile rosso e del nero pompeiano.
Quelle immagini, illustrate dalla voce fuori campo di una guida appassionata, Santiago Faraone, “dovrebbero essere proiettati prima di ogni escursione per insegnare ai visitatori che cosa non fare” afferma. Ma ciò che più di ogni altra cosa colpisce, è che a distanza di tre anni, tutti “gli errori” commessi dentro gli scavi di Pompei restano gli stessi. Nonostante le denunce degli operatori e dei visitatori.
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