Con l’avvento dell’era digitale è cambiato il modo di vendere e fare acquisti. Per contrastare la continua e inarrestabile crisi del commercio tradizionale, sono ormai sempre più le aziende che tentano di invertire questa tendenza e di abbracciare nuove filosofie e nuovi meccanismi, primo fra tutti: il commercio elettronico. Quello dell’e-commerce è un mondo in continua evoluzione, un mondo nel quale le più diverse tipologie di prodotti trovano nuovi canali di vendita, nuovi mercati e soprattutto nuovi acquirenti. In Rete sono ormai disponibili centinaia di negozi virtuali, vere e proprie vetrine online, dai più semplici ai più ricercati modelli di business per le vendite online.Un’innovazione, quella del commercio virtuale, che ha dato il via a un importante processo di crescita, in continuo trend positivo e che è stato in grado di favorire la nascita di nuove figure professionali, nonché di nuove strategie di marketing e di comunicazione. Una moda che da un lato soddisfa le esigenze dei consumatori e dall’altro le crea in un continuo, lento, ma inesorabile cambiamento delle abitudini dei consumatori nel modo di acquistare.
Nonostante i consumatori oggigiorno acquistino di più online, le vendite realizzate dai siti in Italia non hanno ancora raggiunto valori ottimali, se paragonati al resto d’Europa (la spesa totale supera di poco i 13 miliardi). Un dato che mette in evidenza il crescente ma ancora “timido” atteggiamento degli italiani nei confronti di questi nuovi meccanismi, sempre in contrasto a quello dei cugini europei (soprattutto francesi, tedeschi e inglesi), che spendono invece online circa 80 miliardi. È interessante anche notare come non soltanto il numero degli e-shopper (compratori online) stia crescendo, ma anche come il modo di approcciarsi all’acquisto stia cambiando: i consumatori comprano online e utilizzano il web per comprare in maniera più consapevole. All’interno di quell’immenso centro commerciale che è la Rete, è più facile confrontare i prezzi, informarsi su un prodotto e leggere le opinioni di chi lo ha già acquistato. Ad essere più “titubanti” sono invece le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese, nonostante sia ormai diffusa tra i vari operatori del commercio la convinzione che, per uscire dalla crisi, il web è una delle strade più sicure (basti pensare ai vantaggi: bassi costi, magazzini ridotti e molti più potenziali clienti e consumatori). In Italia si stima infatti che appena il 4% delle aziende venda online e punti davvero sul digitale per crescere (un dato comunque in continua crescita).
Secondo gli esperti, si tratterebbe ancora una volta di un problema culturale, di diffidenza e di sopravvalutazione dei costi e dei tempi da impiegare nell’apertura di un progetto web. Sono quindi sempre più negli ultimi anni i fornitori di servizi Internet europei che iniziano ora a rivolgersi in maniera diretta anche al mercato italiano. 1and1 ad esempio, provider Internet leader in Germania, ha dato vita ad alcune iniziative dedicate proprio alle PMI che vogliono sviluppare un progetto web in maniera autonoma e senza l’impiego di troppe risorse. Gli esperti in linea di 1and1.it seguono sia privati che aziende, in tutte le fasi necessarie: dalla registrazione dei domini, fino al caricamento dei contenuti e alla gestione vera e propria del sito. Grazie ad un approccio mirato e professionale, questi siti sono in grado di seguire i clienti tenendo conto del tipo di esigenze legate alla singola attività, fornendo gli strumenti per sfruttare al meglio tutte le potenzialità di Internet e del web in maniera autonoma.
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