Luigi De Magistris, confermato dai napoletani come sindaco di Napoli, risveglia l’orgoglio di essere napoletani e meridionali. Con una percentuale del 66,58% ha sconfitto al ballottaggio Gianni Lettieri che ha raggiunto il 33,15% del consenso.
“Grazie a tutti, è una vittoria del popolo contro tutto e contro tutti. In questa campagna elettorale abbiamo avuto contro le forze mediatiche, il Presidente del consiglio, il Governo e I grandi partiti”. Con queste parole il Sindaco del popolo apre la sua conferenza stampa a seguito dell’esito elettorale.
Una vera e propria festa che si è conclusa presso palazzo San Giacomo, dove de Magistris ha intonato con i presenti Bella Ciao ed ha indossato la maglia del Napoli.
Ha vinto il popolo. Il grande portone di Palazzo San Giacomo, sede dell’amministrazione comunale, si apre alla folla festante. I cittadini entrano nell’ ampio androne centrale e salgono le scale che portano nelle stanze dove vive la politica napoletana. Napoli prende il palazzo, Napoli prende il potere.
È questa l’immagine emblematica della vittoria di de Magistris alle ultime elezioni comunali. Un’istantanea che cattura tutte le immagini che de Magistris ha usato e proposto come leitmotiv della sua campagna elettorale. “Potere al popolo” e “Napoli capitale” sono stati i cavalli di una battaglia che il Sindaco ha condotto abilmente, frutto di una profonda conoscenza dei suoi cittadini, vogliosi di un riscatto sociale e di una riabilitazione agli occhi di chi li guarda da fuori.
De Magistris ha vinto perché è riuscito a catturare l’attenzione di quei napoletani stanchi degli attacchi continui da parte di chi, evidentemente, non conosce affatto Napoli ed il suo popolo, ed è riuscito a ridare visibilità a temi di forte impatto sociale, come l’acqua pubblica e la riqualifica degli spazi abbandonati.
De Magistris vince perché i cittadini lo vedono come il candidato di rottura con i vecchi schemi politici, vince perché va nella direzione opposta di un Governo con un indice di gradimento che scende a picco.
Un piccolo segnale lo avevamo colto durante la campagna elettorale. Qualcuno si è chiuso nei teatri e nei saloni, De Magistris è stato per strada, nelle periferie e nelle municipalità “sensibili” per poi chiudere la sua campagna elettorale in una piazza stracolma di cittadini, provocando incubi notturni agli avversari.
Un nuovo protagonismo dei cittadini. De Magistris ha vinto perchè è stato capace, negli anni precedenti di amministrazione, nel creare un nuovo protagonismo dei cittadini nei sistemi locali, capace di produrre rilevanti effetti sullo svolgersi delle relazioni sociali ma anche sulla programmazione amministrativa e la realizzazione di politiche locali che rispondo alle esigenze dei cittadini.
A Scampia, ad esempio, ha creato una connessione importante tra il governo amministrativo locale e la comunità che con enorme sacrificio lavora per un riscatto sociale e culturale. Il Sindaco del popolo, sempre presente in questi territori abbandonati dallo Stato e dalla politica, ha saputo ben intercettare le sofferenze e le problematiche dei cittadini supportandoli con dei significativi interventi che hanno motivato la comunità a reagire per rendere una imagine migliore rispetto alla Scampia di Gomorra. E’ il caso del Fondo rustico Lamberti nato in uno dei beni confiscati alla camorra e gestito da numerosi giovani di Scampia, tra cui l’ormai noto Ciro Corona che oltre ad esportare l’eccellente Falanghina del Fondo, ha creato un centro aggregativo conosciuto in tutto il Paese per il ruolo sociale che svolge. Certo, a Scampia ancora c’è tanto da fare a partire dall’abbattimento delle Vele, una delle promesse di De Magistris già dal suo primo mandato elettorale.
Il caso Bagnoli. E’ il vero banco di prova del rieletto Sindaco De Magistris.
Il Governo di Renzi ha commissariato Bagnoli per accelerare la bonifica espropriando un pezzo di città con un progetto che non tiene conto delle istanze dei cittadini ma che fa posto alle speculazioni edilizie e non solo. In quelle zone, il partito di maggioranza al Governo in passato era quasi “onnipotente”, ora viene fortemente osteggiato dai cittadini che si sono sentiti traditi e abbandonati dalle istituzioni e l’onda lunga di quella protesta ha travolto tutta la città. Dall’altro lato c’è de Magistris, che – invece – invoglia i cittadini a riprendersi edifici e spazi abbandonati, avendone cura e facendoli funzionare come luoghi di aggregazione.
I primi 5 anni di De Magistris sindaco di Napoli. Il Comune di Napoli nel 2011 aveva 1 miliardo e mezzo di debiti e 850 milioni di disavanzo. La prima questione che il Sindaco del popolo ha dovuto affrontare al suo primo insediamento è stata quella delle casse comunali e del risanamento del debito. La riduzione del numero delle participate insieme ad altre politiche di “bonifica” degli sprechi ha evitato il fallimento della “capitale” del Sud Italia salvando i servizi essenziali per i cittadini. Tra le altre: apertura di centri giovanili comunali; acqua pubblica; bandi pubblici per la gestione da parte di gruppi di cittadini di beni di proprietà comunali in stato di abbandono; apertura di nuove scuole; politiche sociali per l’accoglienza degli immigrati; rilancio delle attività commerciali tramite semplificazione e sburocratizzazione; investimenti nel trasporto; trasparenza negli appalti; assegnazione dei beni confiscati alla camorra; percentuale di raccolta differenziata raddoppiata; attrazione di grandi eventi sportivi come l’America’s Cup e la Coppa Davis; rilancio del turismo con un aumento del 27% di presenze di turisti rispetto al 2011; sostegno alla cultura con la scuola di teatro comunale e iniziative artistiche e culturali private a costo zero; riduzione del disavanzo di spesa da 850 a 205 milioni di euro; consegna delle case popolari a centinaia di famiglie.
Chi ha votato De Magistris. Il Sindaco del popolo ottiene consenso nelle periferie e nei borghi della Napoli benestante. Un Sindaco borghese e ribelle che ha catturato napoletani di diversa estrazione, cultura e posizione sociale. Li ha convinti mostrando il suo essere “ribelle” ai sistemi di potere ed il suo essere “innamorato” della napoletanità, sollecitando l’orgoglio di un popolo e di una città e contrapponendo all’ immagine negativa di Napoli della “Gomorra”, un’immagine della città nuova e positiva.
Certo, c’è ancora tanto da fare per il rieletto Sindaco; ci sono le periferie da curare molto più efficacemente di quanto fatto finora, rinforzare il trasporto pubblico, aumentare la quota di raccolta differenziata, ma la strada può dirsi tracciata.
La Rete dei sindaci. Sin dall’inizio della campagna elettorale De Magistris aveva parlato della rete dei Sindaci: “vorrei incontrare subito i nuovi sindaci, molti dei quali eletti per la prima volta per costruire una vera e propria rete che chiede autorevolezza”.
Un progetto molto ambizioso, quello del Sindaco del popolo di Napoli, ma che potrebbe raccogliere il consenso di altri Sindaci “ribelli” del nostro Paese a partire da Leoluca Orlando a Palermo, della Nicolini a Lampedusa, da Falchi a Sesto Fiorentino e perché no, anche di molti Sindaci neoeletti del M5S. Ma la vera sfida di De Magistris, oltre a quella di far diventare Napoli la capitale del Sud, è quella di creare un movimento alternativo al Partito Democratico e al Movimento Cinque stelle. Un movimento che, come lui è riuscito a fare a Napoli, risvegli l’orgoglio dei cittadini di essere italiani e anche meridionali. L’inizio è da considerarsi positivo ma la strada è tutta in salita.
Valentina Spata
Marco Rubino
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