“QR CODE – Campania Sicura“, è il titolo del progetto per la tutela dei prodotti agricoli, nato da un’idea del Tavolo tecnico permanente attivato dalla Regione Campania, nell’ambito delle iniziative assunte per “Terra dei Fuochi“.
Dopo aver raggiunto una prima intesa con Confindustria Campania e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, la Regione fornisce uno strumento pratico al cittadino che, al momento dell’acquisto di un prodotto, potrà ricevere in maniera chiara e immediata tutte le informazioni sulla salubrità e la tracciabilità del prodotto.
Il codice QR (in inglese Qr code, abbreviazione di quick response, risposta rapida) è, infatti, un codice a barre bidimensionale composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni destinate a essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. Per leggere un codice QR è sufficiente inquadrarlo con la fotocamera del cellulare dopo aver aperto l’applicazione di lettura.
Al momento dell’acquisto di un prodotto, ad esempio una confezione di mozzarella di bufala campana, una busta di insalata, formaggi, pomodori, etc. basterà puntare il cellulare sul Qr – Code impresso sulla confezione del prodotto e sullo schermo compariranno tutte le informazioni sulla sicurezza e sulla tracciabilità del prodotto stesso.
La schermata porterà ad un link sul sito dell’Istituto Zooprofilattico dove compariranno le seguenti informazioni: i risultati delle analisi più recenti; un archivio ai risultati di precedenti analisi; la geolocalizzazione dell’azienda produttrice.
L’azienda interessata all’applicazione del codice sul proprio prodotto prende contatti con l’Istituto Zooprofilattico che provvede ad eseguire analisi specifiche sul prodotto. A seconda del tipo merceologico del prodotto l’Istituto si avvale della collaborazione del Dipartimento di Agraria o del Dipartimento di Medicina Veterinaria. Al momento, le aziende interessate al progetto sono circa 300; 240 hanno già sottoscritto la convenzione, mentre per altre 68 è in corso l’iter procedurale. Si segnalano, tra gli altri, Rago Ortofrutta, Basso olio e vino, Cis di Nola, molti allevamenti e caseifici del casertano e del salernitano.
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