Al motto di “Riappropriamoci della nostra Terra” nella volontà di saldare la tutela e la valorizzazione ambientale con la “biodiversità umana”, ossia nella logica di promuovere prioritariamente percorsi di educazione alla sostenibilità per le più giovani generazioni, tre giovani amiche – l’agronoma Cecilia Posca, l’architetto Rosalba Giannoccaro e la filologa Marianna Carabellese – nel 2011 costituiscono la cooperativa sociale “Tracceverdi” agente, soprattutto, nell’area protetta del Parco Regionale di Lama Balice. Le valenti e appassionate responsabili della cooperativa, animate da un entusiasmo propositivo e contagioso, poche settimane fa nella sala Giunta del Comune di Bari hanno presentato il loro ultimo, ed innovativo, progetto: “Un Parco da Vivere”. Al termine della conferenza stampa, partecipata anche dall’assessore al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico e dall’ex assessore all’Ambiente del Comune Maria Maugeri, abbiamo rivolto alcune domande all’architetto Rosalba Giannoccaro per conoscere meglio la loro attività e la finalità dell’ultima iniziativa avviata.
Quando e con quali finalità nasce anni fa la cooperativa Tracceverdi?
La Cooperativa Sociale “Tracceverdi” nasce nel 2011, a seguito della vincita del bando “Soft Economy Start Up di Microimpresa Giovanile”, promosso dall’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bari. Nell’occasione ci classificammo secondi con “Piccole Tracce Verdi”, un progetto di educazione ambientale rivolto, soprattutto, alle scolaresche di Bari. La cooperativa nacque, quindi, dalla volontà di alcuni giovani professionisti di mettersi in discussione, con forti motivazioni, per valorizzare, tutelare e sensibilizzare un Bene Comune immensurabile, ricco di valore storico, architettonico, culturale, ambientale e naturalistico: il Parco di Lama Balice. La Cooperativa è, infatti, costituita da competenze multidisciplinari orientate ad approfondire il tema della sostenibilità sociale e territoriale, dell’educazione ambientale e della progettazione territoriale-paesaggistica.
Quali i risultati raggiunti delle diverse iniziative realizzate? Quali, invece, le criticità sulle quali occorre ancora lavorare?
I risultati raggiunti sono stati molteplici. Negli anni è aumentata la domanda, soprattutto da parte di scolaresche, di partecipare alle diverse attività e servizi che offriamo come cooperativa. Diversi, inoltre, sono stati i progetti e le proposte tecniche di rivalorizzazione del bene paesistico che la Cooperativa ha in questi anni gestito ed organizzato, donando all’Amministrazione un patrimonio analitico progettuale importante da cui attingere in futuro. Un punto critico per la sostenibilità economica della società è la frammentarietà delle attività. Queste, infatti, sono prettamente stagionali e i periodi di massimo impegno si concentrano solo in alcuni mesi dell’anno, in quelli più caldi.
Come e perché nasce l’iniziativa “Un Parco da Vivere” presentata in Comune e promossa in collaborazione con la Cia?
Non parlerei d’iniziativa. “Un Parco da Vivere” è un progetto integrale, a 360°, i cui obiettivi principali sono la rigenerazione sociale e la rivalorizzazione ambientale attraverso l’attivazione di giovani risorse di professionisti, il coinvolgimento di utenti con disabilità psichica e la riqualificazione delle aree verdi di pertinenza di Villa Framarino, ricadenti nel Parco di Lama Balice e di cui il “giardino dei sensi” ne fa parte. Il progetto rappresenta, pertanto, una delle prime sperimentazioni realizzate nella città di Bari nell’ambito della rigenerazione urbana e dell’agricoltura sociale. Nel corso di 18 mesi di progetto si intende realizzare un recupero funzionale delle aree esterne volto a definirne una sua nuova identità in chiave terapeutica e riabilitativa. “Parco da Vivere” è uno dei progetti vincitori del bando ministeriale ‘Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici’ finanziato nell’ambito del Piano di Azione Coesione ‘Giovani no profit’.
Quali i desideri e gli obiettivi per il prossimo futuro?
Il primo desiderio è quello di andare avanti e crescere sempre più, intercettando magari nuove risorse. Il know how che in questi cinque anni la Cooperativa ha creato sui temi della rivalorizzazione territoriale e ambientale non è da poco. Attivarsi su altre aree di importanza naturalistica come Lama Balice, potrebbe essere uno dei traguardi per il prossimo futuro.
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