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Come si trovava il lavoro al Sud. Senza lavorare
09 Apr 2015 08:09

“Allora, la vuoi mettere la testa a posto? Pensi solo al pallone!”

“Ma va! Io sono ancora giovane! C’è tempo per sposarsi!”

“Tua madre ha detto che è ora! Non ti può più mantenere!”

“Ma zio….che devo fare!….Non ho un lavoro…chi mi piglia?”

“Lo so….ma se non ti dai da fare a cercarlo!”

“E’ qui che ti sbagli! Io cerco….ma il problema è che non so fare niente!”

“Ed è un problema questo?…..Nemmeno io sapevo fare niente……poi mi hanno preso al Comune…….e piano piano ho imparato!”

“A zi! Io non so fare niente e non conosco nessuno!”

“Mo’ ci penso io!”

“Signor sindaco, buongiorno!”

“Oh Carminuccio….cosa mi devi dire? Ho un po’ da fare.”

“Sindaco….è una cosa personale”

“Ah! Allora siediti, parliamo.”

“Ecco…..io ho mio nipote che pensa solo al pallone….ma ha ventiquattro anni, deve sistemarsi….e non trova un lavoro.”

“Eh…i giovani di oggi sono tutti così…..vorrebbero la 600 Fiat….magari la la 1100 spider….i soldi in tasca…..”

“Eh….si sa come va ora il mondo, ma mio nipote lo dovete aiutare.”

“Ma che sa fare?”

“Niente.”

“Proprio niente?”

“Proprio niente.”

“Ma dite che gioca a pallone…”

“Fa l’arbitro di calcio nelle serie giovanili. Ma è solo una perdita di tempo. Non guadagna niente.”

La sera.

“Michè, ho parlato di te con il sindaco. Mi ha detto che mi farà sapere.”

“Ma gli hai detto che non ho un mestiere?”

“Stai tranquillo, qualcosa troverà.”

E un mese dopo.

“Sindaco, mi avete mandato a chiamare?”

“E si! Ho novità per quella faccenda di tuo nipote.”

“Ah bene! Allora?”

“Gli ho trovato un lavoro proprio per lui?”

“Ma se ho detto che non sa fare niente!”

“Appunto….la sera esce alle nove e va a controllare in giro in paese se ci sono lampadine fulminate ai lampioni.”

“Ma dite davvero?”

“E certo! Con tanto di assunzione!”

“Non so come ringraziarvi……io…..”

“Un momento! Tutto questo a patto che….deve fare per degli amici un lavoretto a parte!”

“Quale lavoretto?”

“Niente di che…..avete detto che è arbitro?”

“Si!”

“Bene, noi lo facciamo passare ad una categoria superiore e…..ci deve aggiustare qualche partita quando serve…..sapete… ci sono dei paesi che hanno la squadra e mi votano alle elezioni provinciali…a volte devo fare dei favori….voi mi capite….”

“E certo! Voi fate il politico!….Ma ci devo parlare con Michele….poi vi faccio sapere.”

“Michè.”

“Ciao zio, allora?”

“Allora sto’ lavoro lo abbiamo trovato!”

“E che lavoro?”

“La sera devi andare in giro per controllare se ci sono lampadine fulminate! Ci sta l’assunzione ed uno stipendio di cinquecentomilalire al mese!”

“Bellissimo!”

“Si Miché il sindaco è fantastico con queste trovate…ma ci sta’ un prezzo da pagare!”

“Un bel regalo?”

“No….riguarda la tua attività di arbitro….loro ti fanno promuovere e andrai ad arbitrare le partite fra paesi!”

“La prima categoria?”

“Non lo so, forse è questa. Ma il fatto è che quando te lo chiedono loro….. ci sarà una squadra che deve vincere per forza…hai capito?….Deve vincere e basta!”

“E che problema ci sta? Io pur di arbitrare in prima categoria andrei anche al santuario in ginocchio!”

“Hai capito a questo! Non è il posto di lavoro ed il mensile che t’interessa? Ti interessa la promozione da arbitro!”

“Ah zi! Io sono ambizioso! Io sono un grande arbitro! Mi serviva solo uno che mi dava una mano per promuovermi! Io voglio arbitrare un giorno in serie C.”

“Tu stai fuori di testa! Come ci sei venuto così scellerato? Grande arbitro! Ma pensa a come campare!”

Michele venne assunto. La sera girava con il naso all’insù a cercare lampadine fulminate. La gente in paese gli rideva addosso con rabbia. Il sindaco lo convocava un paio di volte al mese.

E un giorno gli disse: “Allora hai capito?…..Domenica…..quelli devono perdere….”

“Si…ma due settimane fa sono scappato dal campo….e ci ho preso pure due ombrellate!”

“E va beh! Ma domenica i miei  si giocano una partita importante….rischiano di retrocedere.”

Michele si presentò al campo di calcio alle 14, la partita principiava dopo mezzora.

Inizia il match, la squadra locale, cioè quella che doveva perdere, attacca a spron battuto. Michele scorge sugli spalti la faccia di uno degli  scagnozzi del sindaco.

Si arriva quasi al 90° ed il risultato è sulla parità. Ma Michele senza alcun motivo fischia mentre un giocatore della squadra ospite è in area. Tutti pensano ad uno sbaglio, ma lui indica il dischetto del rigore.

A quel punto si scatena il putiferio, la rete degli spalti viene divelta ed inizia un’invasione di campo. Michele viene braccato e picchiato selvaggiamente.

Poi arriva un’ambulanza e lo trasportano all’ospedale. Lì ai medici continua a dire sotto shock: “Dovevo contare le lampadine…dovevo sposarmi….dovevo fischiare a comando…..dovevo diventare un grande arbitro…..”

Lo riportarono a casa con gamba e braccio ingessato.

La sera venne a trovarlo il sindaco.

“Allora…..ti ho fatto avere sei mesi di aspettativa…..quindi anche se fra un mese sei sano come un pesce…. te ne stai a casa per cinque mesi prendendo lo stipendio senza fare niente!….. L’importante è che non dici nulla all’interrogatorio dei Carabinieri. Poi quando torni sul lavoro ci inventiamo un infortunio e ti faccio fare altri sei mesi a casa senza lavorare……Ma la bocca chiusa deve tenere!”

La sera seguente venne a trovarlo lo zio. “Questa mattina mi ha convocato il sindaco, mi ha detto tutto…dell’aspettativa…del seguente falso infortunio. Così ti fai un anno a casa pagato senza lavorare!”

Michele voleva dire qualcosa ma la mandibola gli doleva. La mandibola i denti la lingua e tutte le ossa.  Emise solo un gemito.

Fu la madre a parlare: “Ti vuole ringraziare!…Si capisce dallo sguardo!”


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