Classi 2.0, ma non per tutti. Anche il mondo della scuola, infatti, ha aperto ai nuovi strumenti informatici. Un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie a supporto della classica lezione quotidiana.
Classe 2.0: cos’è?
Nella Scuola 2.0 trovano posto una serie di strumenti tecnologici e informatici che puntano a favorire l’apprendimento e proporre un nuovo modo di insegnare, modificando anche i linguaggi e le modalità a cui vengono quotidianamente abituate le nuove generazioni. E così in classe sono spuntate le Lim (lavagne multimediali), la connessione Internet, per lo più Wi-Fi, computer personali, tablet, smartphone e altri dispositivi.
Classe 2.0: la situazione nel sud Italia
L’analisi proposta dal rapporto annuale di Skuola.net, però, è eloquente, mostrando un evidente divario tra Nord e Sud.
Le aule computer, ad esempio, sono presenti in 9 istituti su 10 ma solo nel 39% dei casi vengono usate frequentemente (21% tutti i giorni, 18% almeno una volta alla settimana); il 17% accende i pc almeno una volta al mese. Ma deve preoccupare il fatto che il 34% (che al Sud sale al 52%) non l’abbia mai usata, pur avendola a disposizione.
Sono ancora in maggioranza quelli che non utilizzano alcun device per la didattica frontale: in media il 58%, nel Mezzogiorno addirittura il 78%.
Il mezzo più sfruttato rimane, però, la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) che è diffusa praticamente come le aule pc – l’87% degli studenti dice di averla a disposizione – ma è molto più utilizzata: il 44% l’accende tutti i giorni (54% al Nord), il 16% almeno una volta alla settimana, solo il 10% una volta al mese. La quota di quanti ce l’hanno ma non la usano, nel caso della LIM, si ferma al 17%. Con le scuole del Sud che, anche in questo caso, arrancano: il 32% dei ragazzi del meridione sostiene che nella propria classe la LIM c’è ma è perennemente spenta.
E anche le connessioni a singhiozzo rallentano lo sviluppo: al Sud il 60% degli studenti non ha a disposizione né wi-fi né LAN.
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