È stato reso disponibile per il pm Antonino Di Matteo, uno dei magistrati che rappresentano l’accusa nel processo per la trattativa tra Stato e mafia, un auto con un dispositivo cosiddetto «bomb jammer», così come chiesto a ottobre dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
A confermarlo è stato lo stesso ministro degli interni Angelino Alfano, rispondendo alla domanda di un giornalista che faceva riferimento alla richiesta di Di Maio. Il mezzo neutralizza eventuali bombe nelle vicinanze. «Noi abbiamo messo a disposizione dei magistrati di Palermo ogni cosa che risulti necessaria, non badiamo a dispiegamento di mezzi e uomini perché facciamo tutto quello che è necessario fare. C’è stato un allarme sicurezza a cui noi rispondiamo rafforzando ogni dispositivo di sicurezza».
I jammer vengono utilizzati per neutralizzare o prevenire attentati terroristici o altri crimini condotti attraverso l’utilizzo di ordigni esplosivi radio-controllati a distanza, mediante impulsi radio. I bomb ammer trovano il loro impiego in aree di guerriglia dove quotidianamente ci si scontra con ordigni «improvvisati», ovvero di esplosivi radio-controllati, come autobombe, kamikaze, e in genere ordigni comandati a distanza.
Il boss Totò Riina sarebbe tornato a minacciare il pm Di Matteo. Dopo le «esternazioni» contro il magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia, fatte da Riina durante la socialità in carcere a un mafioso della Sacra Corona Unita, il padrino di Corleone avrebbe ancora una volta preso di mira Di Matteo. Le nuove minacce sono state registrate dalle cimici piazzate dagli investigatori che intercettano il capomafia e sarebbero state trasmesse ai pm di Caltanissetta. Il particolare è emerso durante la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
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