Trasformare le idee in un progetto di impresa in 54 ore. È questa la missione del Working Capital Accelerator, l’evento in programma da ieri mattina fino a domenica 25, un fine settimana incentrato sul fermento innovativo che dall’Etna coinvolge tutto il Meridione. Tra ospiti importanti, esperienze di successo e dediche speciali.
“Per tre giorni Catania sarà la capitale dell’innovazione del Sud Italia“. Una promessa che ruota intorno a un fine settimana, due eventi e un luogo: la sede etnea del Working Capital Accelerator. Perché, dal 23 al 25 maggio, il #Wcap catanese sarà teatro di un duplice appuntamento incentrato su sviluppo, idee innovative, storie di successo, cultura d’impresa e soprattutto voglia di fare: Make in South!, incontro organizzato in occasione dell’ampliamento della sede di via Novara, e la terza edizione dello Startup Weekend Catania.
I lavori sono iniziati questa mattina con Make in South, evento allestito per inaugurare i nuovi spazi del Wcap: 1100 metri quadrati dedicati agli startupper siciliani. “È un giorno importante perché a un anno dall’apertura abbiamo ottenuto ottimi risultati – spiega Antonio Perdichizzi, gestore dell’acceleratore catanese – Mai come in questo caso, le misure contano perché significano più spazio per le startup“, aggiunge. Nel corso dell’incontro si farà il punto sull’ecosistema imprenditoriale nel Meridione e si discuterà di innovazione e crescita, alla presenza di esponenti delle istituzioni – tra cui il sindaco di Catania Enzo Bianco – e personalità di rilievo, come Salvo Mizzi, fondatore di Working Capital; Guido Arnone, manager tecnologico di Expo 2015; Fabrizio Sammarco, presidente di Italia Camp; Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, regista e autore televisivo e altri ospiti. Tutto condito da una pitching session con le storie delle startup di successo che ruotano intorno all’acceleratore catanese.
Una “festa dell’innovazione” che renderà un omaggio speciale anche all’anniversario della strage di Capaci. “Cercheremo di dare un senso a questo 23 maggio, lanciando alle istituzioni presenti una proposta concreta che connette impresa e legalità“, anticipa Perdichizzi. L’incontro sarà anche un momento utile per ricordare laCall for Ideas 2014 di Working Capital, aperta fino al 26 maggio, che premierà 40 idee con un finanziamento da 25mila euro e quattro mesi di accelerazione nei Wcap di Catania, Milano, Roma e Bologna.
Ma Make in South sarà solo l’apertura dei lavori. A partire dal pomeriggio di venerdì, il Wcap ospiterà la terza edizione dello Startup Weekend Catania, evento rodato nella città etnea e punto di riferimento per l’innovazione in tutta la Sicilia. La formula è sempre la stessa: trasformare un’idea in un progetto di impresa in 54 ore di lavoro full immersion, per “dare un’opportunità̀ a tutti coloro che hanno delle idee e non sanno come tradurle in realtà”. Accompagnato, quest’anno, da “un messaggio simbolico: ‘Noi facciamo!2 – sottolinea Perdichizzi – Vogliamo mostrare che al Sud si può fare impresa, che i ragazzi hanno talento e voglia di fare“, aggiunge.
Per tre giorni oltre un centinaio di partecipanti tra sviluppatori, designer, esperti di business e specialisti del web, formeranno dei team per creare un vero progetto di impresa, aiutati da diversi mentor, pronti a fornire dritte e consigli. Concluso il weekend, le startup saranno valutate da una giuria di investitori e personalità di spicco in ambito nazionale e internazionale, che sceglieranno le idee migliori. “In questi tre giorni vogliamo cementare la community innovativa che si è creata a Catania”, spiega Perdichizzi. Lanciando anche una chiamata speciale: #StayFunky, dedicata al funky professor Marco Zamperini, uno dei principali esperti di Internet e innovation in Italia, scomparso il 13 ottobre 2013. “L’anno scorso è stato nostro ospite – racconta l’organizzatore – trasformando lo Startup Weekend catanese. Il suo contributo è stato importantissimo e quest’anno cercheremo di mettere a frutto quello che ci ha insegnato tenendo alto il livello di creatività ed innovazione“.
Un ricco programma con obiettivi ambiziosi, che vuole anche porre le basi per qualcosa di più solido: “Negli ultimi anni abbiamo lavorato per sviluppare una cultura dell’imprenditorialità, che però adesso deve produrre qualità”, sottolinea Perdichizzi. Da creare “insieme agli attori istituzionali con cui collaboriamo, per tirare fuori grandi aziende – spiega l’organizzatore –. Dobbiamo passare dalla vivacità alla maturità – conclude Perdichizzi – con progetti importanti e forti che diano lavoro ai giovani e valore al territorio“.