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Caro ministro Lupi, lo “Sblocca Italia” deve contenere la prevenzione sismica

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C’è una bomba è già scoppiata nel nostro Abruzzo, e siamo da cinque anni nella fase post bellica: il terremoto del Capoluogo di Regione, noto ormai al mondo intero per la violenza che ha spostato l’asse terrestre e… perché è il “Cantiere più grande d’Italia.”! 12miliardi di euro è il valore della ricostruzione: l’edilizia non li vedeva da un lustro e non li rivedrà forse mai più.

Parlo a nome di tutte le aziende italiane, delle quali l’Ance tutela gli interessi ma sempre nella vision di un vantaggio generale per l’intero Paese.

Lo Slocca Italia riserva spazio alle certificazioni energetiche ma neanche una parola alla prevenzione sismica: capisce che questo per l’Italia sismica è un fatto gravissimo ma specificatamente per l’Abruzzo è un’assurdità. Siamo al centro del mondo solo per la tragedia del 6 aprile: impossibile dimenticarsene. Possibile invece tirare fuori i numeri dell’economia della ricostruzione e del suo indotto più genericamente qualificabile come postsismico (uno per tutto le nuove topologie di turismo): numeri importanti per un periodo di generale stagnazione.

Ebbene nel Decreto SBLOCCA ITALIA non esiste la parola PREVENZIONE SISMICA: INSERIAMOLA e facciamolo attribuendo un ruolo alle innovazioni tecnologiche appartenenti alla tipologia “prevenzione antisismica” – anche e soprattutto passiva, vale a dire che salva la vita e basta: il Paese è gravido di innovazioni tecnologiche che insistono sulla prevenzione – i dati parlano chiaro – e salvare la vita umana è un precipuo obiettivo dello Statuto della Protezione Civile.

Le piattaforme sismiche si sono rivelate diverse da quello che si pensava e l’adeguamento sismico del costruito è impossibile per domani: vogliamo continuare a fare letteratura mentre il prossimo 6 aprile potrebbe colpire domani mattina Sicilia, Calabria, Campania come già annunciato da tempo?

Chi dirà alle vittime che i loro cari si sarebbero potuti salvare semplicemente con una delle innovazioni tecnologiche esistenti ma che lo Stato non glielo aveva detto e non gliele aveva rese disponibili? L’esperienza aquilana docet, ivi compresa quella della Commissione Grandi Rischi.

Esistono tanti brevetti che la gente ignora e con i quali ci si salva la vita anche a seguito di un sisma di elevatissima potenza: può lo Sbolcca Italia ignorarli?

Basta morti e basta miliardi e miliardi di risarcimento danni.

Dunque caro ministro Lupi, EMENDIAMO IL DECRETO SBLOCCA ITALIA: salvare la vita ai cittadini e con questo attribuire il ruolo meritato alle imprese italiane segnerebbe una svolta di progresso civile ed economico per tutto il Paese.

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Published by
Pietro Antonio D'intino