La settimana scorsa ho letto un articolo di Pino Maniaci, che faceva una sorta di denuncia/critica nel confronti della DIA. Il suo articolo, apriva col pensiero del magistrato Gratteri e che cito alcuni fondamentali passi: “Io lo posso dire aboliamo la Dia”,….“Nessuno ha il coraggio di farlo, i politici mi chiamano e mi dicono: ‘Se lo facciamo ci danno dei mafiosi’.
Allora lo dico io. Non possiamo pensare che non si possa chiudere un tribunale inutile. Non possiamo lasciare il 35 per cento di magistrati in più alla procura di Palermo. O si ha il coraggio di mandare a regime il ministero della giustizia oppure non cambierà mai nulla. . Non possiamo sperperare le energie“…….. “Io sono d’accordo anche nel fare tagli, ma negli ultimi governi sono stati fatti solo quelli lineari del 5 per cento. Oggi guida la commissione che deve rediger enorme e procedure per combattere la criminalità organizzata e annuncia le proposte che verranno fatte nei prossimi mesi uomini insurplus potrebbero essere riportati sul territorio. Ma vogliamo risparmiare davvero? Allora chiudiamo la Dia (Direzione investigativa antimafia). Parlo io: risparmiamo in dirigenti e segreterie e affitti facciamoli tornare sul territorio. Aboliamo il Dap: sapete quanto guadagna un dirigente? 20mila euro”.
Dopo aver letto l’articolo ho chiamato Pino, per conoscere meglio i motivi dell’assunto e mi ha chiarito bene la sua denuncia. Ma, a me interessava poco il contendere, atteso che nell’articolo era ampliamene specificato. Invero, vorrei rispondere al dottor Gratteri, intanto dicendo “Io non chiuderei mai la DIA”. Mi rendo conto che io sono stato un semplice ispettore della DIA e quindi non posso competere con l’esperienza professionale di Gratteri. Però, mi si consenta di dissentire su quanto in premessa citato.
Dico al dottor Gratteri, che io sono stato uno dei primi a far parte della DIA e insieme a me c’era una persona che egli conosce bene Ciccio Gratteri e allorquando tutti noi accettammo di entrare a farne parte, lo facemmo perchè il padre della DIA era Giovanni Falcone e noi tutti credemmo nel suo progetto. Non sto qui ad elencare i risultati emersi sin dai primi vagiti della DIA, ma posso dire con rammarico che dopo nemmeno due anni della sua costituzione fu suonato, col roboante silenzio di tutti, il de profundis della DIA.
Mi permetto di dire al dottor Gratteri, che se alla DIA si fossero accorpate le altre entità investigative, come il ROS, SCO, GICO, credo che avremmo avuto un ufficio in grado di essere più incisivo di contrasto verso le mafie.
Invece, no! Si è voluto scientemente rendere inefficace l’azione propulsiva della DIA, per renderla, una copia della Guardia di Finanza, ossia con attività preminente nei sequestri di capitali.
Propongo invece, che anziché chiudere la DIA, si attui il pensiero di Falcone, ovvero fare un solo organismo antimafia, sopprimendo gli esistenti SCO, ROS e GICO.
Ma so già che non potrà mai succedere, troppi “orticelli” da salvaguardare.
Lascia un commento