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Capelli come isolante. DaliLab vince We Start Challenge

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Hanno frequentato e vinto We Start Challenge, un percorso di nove mesi promosso da ItaliaCampCampania e Rotaract Napoli Sud Ovest pensato per fornire a giovani under 30 il know-how e gli strumenti per la creazione e sviluppo di Progetti e Startup con una forte connotazione di impatto sociale. Loro sono i ragazzi di DaliLab e vogliono utilizzare gli scarti dei capelli per creare il primo feltro isolante 100 % bio. Lo spiega bene uno dei founder Mariano Iannotta specificando che l’intento del team era quello di trovare una alternativa ai materiali sintetici attualmente in uso il cui l’impatto ambientale è enorme. Allo stesso tempo «se ci pensiamo un attimo – dice ai microfoni di Start Me Up – i capelli nascono per regolare la temperatura corporea nei confronti dell’ambiente esterno». I nove mesi trascorsi per We Start Challenge sono stati qualcosa di più di una semplice competizione, «abbiamo trovato un contesto stimolante – racconta Mariano – ricco di diversità con esperti disposti a motivarti a coltivare la tua idea di business e fornirti anche gli strumenti utili per trasformare la tua idea in impresa». Il percorso si è rivelato molto duro, con numerosi obiettivi da raggiungere. L’ultimo è stato una campagna di crowdfunding che ha permesso ai ragazzi di DaliLab di raccogliere attraverso la piattaforma ulule.com i fondi per sviluppare il prodotto e perfezionarlo anche il coinvolgimento di alcuni centri di ricerca campani. Per seguire le evoluzioni del progetto basta mettere un like alla pagina di DaliLab su Facebook o visitare il sito dalilab.it.

Richiedere un prestito è facile, anzi, è soisy!

Arriva da un lavoro in banca ma non ha resistito alla voglia di cambiare la sua vita e quella di chi ha bisogno di chiedere un prestito. È più o meno questa la molla che ha spinto Pietro Cesati a creare Soisy, portale online specializzato in prestiti tra privati. In questo podcast ospitiamo lui insieme a Giorgia Pavia che si occupa del marketing e della comunicazione (anche lei con una esperienza in banca alle spalle). L’intervista parte da un punto fondamentale: il prestito tra privati è legale, «come prestare qualsiasi cosa – precisa Pietro. «Diventa illegale se lo fai per mestiere: i clienti che si affidano a Soisy fanno dei piccoli investimenti e quindi escono dalla sfera della professionalità». Per fugare ogni dubbio però Soisy ha ricevuto una autorizzazione da parte della Banca di Italia che ha rivisto tutto il modello di business e ha dato il suo benestare. Il vantaggio offerto è, come si può anche evincere dal nome della startup, la semplicità: il cliente interessato a richiedere un prestito online riceverà infatti un preventivo in pochi minuti e gestirà tutta la pratica online. «Oltre ad essere semplice e 100 % online è anche conveniente – specifica Giorgia – perché non ci sono tutte le spese che affronta normalmente una banca. E poi – aggiunge – non obblighiamo i clienti a prendere altri prodotti (di solito insieme al mutuo una banca offre anche una serie di servizi a pagamento) e la provenienza dei soldi è nota (si parla di rapporti tra persone) informazione che spesso la banca non fornisce». L’ambito di Soisy è quello dei piccoli prestiti, non sono pertanto richieste delle vere e proprie garanzie a chi decide di usufruire del servizio. In ogni caso agli investitori viene data la possibilità di mettere in comune una parte delle perdite – una sorta di garanzia sul rendimento – che a fronte di un ritorno di minore entità possono comunque contare su un salvadanaio che ammortizzi eventuali perdite. Come scrivevo all’inizio, Pietro arriva a fondare Soisy dopo aver lavorato in banca: «Mi sono accorto che più passava il tempo, più i servizi offerti rispondevano più a logiche interne anziché ai reali bisogni dei clienti e dei dipendenti – racconta a Start Me Up. «Inoltre dopo aver scoperto che la banca per cui lavoravo aveva fatto degli investimenti illegali in Sudan, ho deciso che dovevo dedicarmi a qualcosa di diverso e così ho creato Soisy». Naturalmente trovate Soisy online (il gruppo lavora sparso in varie sedi tra Milano, Roma, Trapani e Pescara) su www.soisy.it. Da lì trovate poi i link ai profili Facebook, Instagram e Linkedin.

Startup Biomed Forum: l’innovazione medica a Torino

Stacchiamo il biglietto dei quaranta podcast parlandovi dello Startup Biomed Forum, meeting organizzato da PNICube e ideato da Paul Müller, presidente di Niso Biomed. Il forum che si è svolto a Torino proprio mentre questo podcast era in via di pubblicazione nasce per aiutare le startup che operano in ambito medico a emergere in un mercato non sempre facile. Questa è la seconda edizione e l’intento rimane lo stesso dello scorso anno: «L’idea è quella di conoscerci – dice ai microfoni di Start Me Up Paul Müller – diffondere informazioni e conoscenze sul processo di formazione di un’azienda con un occhio particolare alla crescita». Una due giorni dedicata al networking senza dimenticare le eccellenze del settore che possano attraverso la condivisione di best practices dare i giusti stimoli ai partecipanti. La sanità soprattutto nel campo della diagnostica e della terapia medica è un settore che si nutre di nuove tecnologie. «Da un lato sono utili per apportare una maggiore accuratezza nel campo delle diagnosi – spiega ancora Paul. E dall’altra parte non bisogna sottovalutare il risparmio che tecniche sempre più sofisticate possono apportare all’intero settore». Paul Müller vive in prima persona tutto ciò, vista anche la sua esperienza con Niso Biomed, startup che opera nel campo della gastroenterologia. L’azienda ha creato Endofaster, «un dispositivo che collegato al gastroscopio analizza i succhi gastrici ed è capace di fornire una serie di informazioni sullo stato di salute del paziente evitando tanti esami istologici e fornendo una diagnosi immediata» spiega Paul. Per conoscere meglio Niso Biomed basta andare sul sito nisobiomed.com, mentre per seguire i lavori dello Startup Biomed Forum, basterà seguire l’hashtag #BiomedForum sui social.

foto di copertina, via

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