Il suo Santo Protettore è San Valentino e anche per questo è soprannominato “il paese dell’amore”.
Vico del Gargano è un borgo di poco più di 8 mila abitanti, che sorge a 462 metri sul livello del mare in provincia di Foggia. Il suo nome deriva dal latino “vicus” che significa gruppo di case, villaggio.
Il paese pugliese, per la sua bellezza e la sua storia, è entrato a far parte a tutti gli effetti dei “Borghi più belli d’Italia”. I suoi primi insediamenti hanno un’origine antichissima, ne è una prova la scoperta di insediamenti preistorici nei pressi della Foresta Umbra e del sito di una necropoli dell’età del ferro su una collina, chiamata Tabor, da cui si sarebbe proprio sviluppato il centro abitato.
L’anno in cui si comincia a parlare del villaggio è il 970 quando Vico si affaccia per la prima volta alla storia dopo la cacciata dei Saraceni dal Gargano, ad opera di mercenari slavi al soldo dei Bizantini.
Il sito e il suo castello in particolare furono costruiti dai Normanni, ma nel 1240 la fortezza su ampliata da Federico II di Svevia. Proprio in quel periodo cominciano ad affacciarsi case e palazzi caratteristici e il famoso “vicolo del bacio”, un piccolo angolo di ritrovo certamente suggestivo e particolarmente apprezzato dalle coppie di innamorati. Per potervi passare, infatti, considerate le dimensioni ridotte della strada, le coppie sono costrette a “sfiorarsi”.
Oltre al particolare vicolo, nel paese come ha come santo protettore proprio San Valentino, sembra a prima vista che a Vico ci siano solo resti decadenti di una classicità in rovina. In verità, però, nel borgo pugliese vi sono certamente numerose potenzialità che non riescono ancora a trovare espressione come il progetto di albergo diffuso di Gae Aulenti.
Particolarmente noti i tre quartieri medievali di Civita, Terra e Casale. Da segnalare la Matrice con il suo portale in pietra e gli undici altari interni. E ancora la Chiesa di San Giuseppe, quella di Santa Maria degli Angeli, il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di San Pietro. Tra i prodotti tipici, invece, vanno annoverate certamente le arance che è possibile acquistare direttamente dai contadini.
Di rilievo certamente l’architettura delle abitazioni che si distinguono per i loro comignoli (le più ricche hanno lo stemma di famiglia in pietra sulla canna fumaria). Insieme ad essi, portali e portoni meriterebbero certamente di essere sottratti all’incuria per dare a uno dei Borghi più belli d’Italia l’attenzione che merita a pieno titolo.