Il nome di Silvio Berlusconi ritorna ad ‘aleggiare’ sul caso Mediatrade. Dopo essere uscito, con un proscioglimento e un’archiviazione, dai procedimenti avviati dalle procure milanese e romana, l’ex premier ritornerà in scena nel processo in cui sono rimasti imputati, invece, il figlio Piersilvio, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il produttore statunitense Frank Agrama e altre persone.
Infatti il verbale dell’interrogatorio reso oggi dall’ex senatore Sergio De Gregorio ai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro su presunte pressioni del Cavaliere per bloccare le rogatorie a Hong Kong ai tempi dell’inchiesta sui diritti tv verra’ depositato proprio agli atti del dibattimento Mediatrade, che riprenderà a Milano la prossima settimana. Sentito per circa quattro ore come testimone indagato di reato connesso, De Gregorio, imputato con il leader del Pdl e l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola a Napoli per la vicenda della compravendita di senatori, ha di nuovo raccontato ai pm De Pasquale e Spadaro quello che tempo fa aveva ricostruito davanti agli inquirenti partenopei (che hanno inviato gli atti ai colleghi milanesi) e scritto nel suo libro ‘Operazione Libertà’.
Accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Carlo Fabbozzo, De Gregorio avrebbe ancora una volta spiegato che sei anni fa le rogatorie disposte dai magistrati del capoluogo lombardo non sarebbero andate a buon fine per via dell’intervento di Berlusconi. Avrebbe di nuovo sostenuto di essere stato informato nell’aprile 2007 dal console italiano ad Honk Kong della trasferta dei due pm e di aver avvertito l’ex capo del governo con cui si sarebbe poi messo d’accordo per impedire che gli atti potessero essere trasmessi in Italia.
In più, altro particolare della sua versione, l’ex senatore avrebbe affermato di aver contattato l’ambasciatore di Pechino a Roma, Dong Jinyi, convincendolo a parlare della questione con il leader del Pdl in una cena ”riservatissima” a Palazzo Grazioli, organizzata da Valentino Valentini. Dichiarazioni, quelle di De Gregorio, ”destituite di ogni fondamento” avevano detto mesi fa i legali di Berlusconi, Niccolo’ Ghedini e Piero Longo, ma che a breve, condensate in 5-6 pagine di verbale, entreranno a far parte come attività integrativa di indagine delle carte del processo Mediatrade. Verranno depositate, probabilmente con le testimonianze di coloro che sono stati tirati in ballo dall’ex senatore, in aula e quindi messe a disposizione delle difese.
Al momento su questo ennesimo risvolto dei casi Mediaset e Mediatrade – per il primo l’ex premier è stato condannato dalla Cassazione a 4 anni di carcere, mentre la pena accessoria dovrà essere rideterminata – non è stato aperto un fascicolo autonomo e non risultano indagati o nuove ipotesi di reato. In ogni caso continueranno gli accertamenti e un’ eventuale inchiesta dovrebbe essere di competenza o di Roma o di Napoli.