Dal 23 febbraio in tutte le sale cinematografiche troviamo il tuo nuovo film “Beata Ignoranza”. Com’è nata l’idea di fare questo film?
I protagonisti indiscussi del film sono Marco Giallini e Alessandro Gassman; perché hai scelto proprio loro?
Ritenevo fossero i migliori interpreti per la mia storia. Sono tanti anni che lavoriamo insieme, li ho già diretti in altri film come “Viva l’Italia”, “Confusi e Felici” e “Gli ultimi saranno ultimi”; ho anche scritto film per loro. Sono il meglio in Italia.
Ci racconti meglio i due personaggi che interpretano questi due fantastici attori?
Giallini è vecchio dentro, all’antica. Non chatta, non ha un computer, non ama internet e legge ancora i quotidiani cartacei. Gassman è invece un eterno Peter Pan che ama sentirsi giovane e ha mille profili su tutti i social network. Sono diversissimi l’uno dall’altro, una grande diversità che li farà scontrare.
Sono due personaggi agli antipodi che si trovano a insegnare nello stesso liceo. Insegneranno la vita ai propri studenti in modo diametralmente opposto, cioè?
Scopriranno che nella diversità spesso esistono chiavi di lettura per capire se stessi. Sono loro che cresceranno dentro.
Il vero motore del film è una scommessa tra due: uno entrerà nel mondo dell’altro. Secondo te, quanto nella vita è importante staccarsi anche solo per un momento dal proprio punto di vista per cogliere le diverse sfumature che può avere la nostra esistenza?
E’ fondamentale per capire le grandi tematiche del mondo. Sapere tutto, il più possibile, apre la mente. Bisogna conoscere, studiare, informarsi.
Dipendiamo troppo dal web? Perché? Insicurezza? Paura di afferrare la vita così com’è?
Dipendono molto dal web le persone che hanno dei difetti di personalità. Cercano un ruolo nel mondo virtuale perché spesso non ce l’hanno in quello reale. Molti che non sono brillanti trovano una loro dimensione in rete e se ne accontentano. Per questo motivo la qualità in rete è livellata e sembrano forti anche persone che hanno molto poco da dire. Al contrario molte persone interessanti nella vita reale tendono a sparire nel marasma della comunicazione online.
E’ più opportuno vedere la tecnologia come una fedele compagna di vita oppure sarebbe meglio vederla come un semplice mezzo?
E’ un mezzo per comprare biglietti aerei, prenotare alberghi e vedere in quale cinema fanno il film che ci piace. A volte è un bel mezzo per leggere qualcosa di interessante o semplicemente le notizie del giornale. La comunicazione reale tuttavia avviene vis a vis davanti a un buon caffè.
Secondo te, c’è un momento in cui potremmo dire davvero “Beata ignoranza”?
Di fronte alla violenza gratuita e all’anafettività. In quel caso bisogna prendere le distanze e cambiare strada.
Cosa vorresti arrivasse al pubblico del tuo film?
Vorrei che fosse uno spunto per riflettere!
I tuoi prossimi progetti?
Sto scrivendo un nuovo film… ma te ne parlerò tra qualche mese. Sorpresa!