“Non consentiremo alle baby gang di cambiare le abitudini dei giovani napoletani”. E per avvalorare queste parole, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha annunciato l’arrivo in città di “100 unità destinate al controllo di quelle zone maggiormente frequentate dai giovani”.
Non è stato l’unico intervento deciso nell’ambito del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è svolto in Prefettura a Napoli sull’emergenza della delinquenza minorile. Nel programma ‘Sicurezza giovani’ prevista anche “tolleranza zero”, lotta alla dispersione scolastica ed educatori di strada. Con una ulteriore sfaccettatura del fenomeno: “Non dico che le baby gang siano terroristi, ma usano metodiche di carattere terroristico: come quella di colpire perché si è casualmente in un posto”.
La reazione, però, è partita anche da basso. “Siamo tutti Gaetano” è stato uno degli striscioni alla testa del corteo che si è mosso verso la stazione della metropolitana di Chiaiano, dove la settimana scorsa è stato aggredito a calci e pugni un 15enne che ha poi subito l’asportazione della milza. A sfilare soprattutto studenti, ma anche molti residenti del quartiere che invocano maggiore presenza delle istituzioni: “Non è colpa di Gomorra, è colpa dello Stato“, c’era scritto su un altro striscione.
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